Generalità
Nome scientifico
Coffea arabica L.
Famiglia
Rubiaceae
Parte utilizzata in Erboristeria
La droga è costituita dai semi del caffè.
Origine
Con molta probabilità, il caffè è originario dell'Abissinia (l'odierna Etiopia), ma attualmente è coltivato anche in America centrale e meridionale, in Asia e in Africa centrale e meridionale.
Descrizione botanica
Il caffè è un albero sempreverde sia spontaneo, sia coltivato. Quando è spontaneo, può raggiungere i 10 metri di altezza, mentre quando viene coltivato, raggiunge i 2-4 metri di altezza. Le foglie sono ovato-acute, lucide e di colore verde scuro. I fiori sono odorosi, bianchi e raccolti in mazzetti. I frutti sono delle bacche scarlatte che avvolgono due noccioli, all'interno dei quali si trovano i semi (chicchi di caffè).
Principi Attivi
- Metilxantine, fra cui caffeina, teofillina e teobromina.
- Acido clorogenico.
- Acidi caffetannici.
- Trigonellina.
- Polifenoli.
- Glicosidi.
- Sostanze azotate.
Proprietà
Fitoterapia
Attualmente sono facilmente reperibili numerosi integratori alimentari a base di caffè verde (cioè a base di estratti di chicchi di caffè crudi che non hanno subìto torrefazione) che vengono utilizzati come coadiuvanti nelle diete dimagranti.
Pare, infatti, che la caffeina contenuta nel caffè verde crudo sia in grado di favorire la lipolisi (cioè favorisce la degradazione enzimatica dei trigliceridi), aiutando così il processo di dimagrimento. Tuttavia, è molto importante sottolineare il fatto che la caffeina contenuta nel caffè verde non esercita di per sé un'azione di tipo dimagrante, ma il suo consumo deve essere affiancato ad una dieta ipocalorica e ad una costante attività fisica.
Quest'applicazione del caffè verde crudo, in realtà, non è stata ufficialmente approvata, a causa dei pareri discordanti e dei risultati eterogenei ottenuti dai vari studi clinici condotti. Alcuni studi, infatti, sostengono l'efficacia del caffè verde, mentre altri sostengono che il suo utilizzo come supplemento nelle diete dimagranti non dia risultati significanti. Pertanto, sono necessari ulteriori studi e approfondimenti.
Il carbone di caffè, invece, ha ottenuto l'approvazione per il trattamento di disturbi gastrointestinali come la diarrea, poiché è dotato di proprietà astringenti. Il carbone di caffè si ottiene per tostatura della parte esterna dei chicchi verdi essiccati, finché non diventano neri; dopodiché si procede alla macinazione della parte carbonizzata.
Medicina popolare
Nella medicina popolare, il caffè viene utilizzato per il trattamento della diarrea acuta aspecifica e viene impiegato localmente per il trattamento di lievi infiammazioni del cavo orale e della mucosa faringea. Inoltre, il caffè viene utilizzato contro l'ipotonia, per aumentare le prestazioni e perfino contro l'anemia e l'epatite.
NB: le applicazioni del caffè nella medicina popolare non sono state confermate da verifiche sperimentali, condotte con metodo scientifico, o non le hanno superate. Potrebbero, pertanto, risultare inefficaci o addirittura dannose.
Effetti Collaterali
Il carbone di caffè utilizzato ai dosaggi consigliati non dovrebbe creare alcun tipo di effetto indesiderato. Tuttavia, poiché è dotato di capacità adsorbenti (come il carbone vegetale), può interferire con l'assorbimento di altri farmaci.
Anche il consumo dei preparati ottenuti dai chicchi di caffè alle dosi consigliate non dovrebbe provocare effetti collaterali di alcun tipo.
Tuttavia, il consumo eccessivo di caffè - quindi l'assunzione eccessiva di caffeina - soprattutto se protratto per lunghi periodi, può provocare danni a livello gastrico (il caffè, infatti, è in grado di aumentare la secrezione acida dello stomaco) oltre che causare effetti avversi quali diarrea, riduzione dell'appetito, vomito, mal di testa, irrequietezza, irritabilità e insonnia.
In caso di sovradosaggio da caffeina possono manifestarsi sintomi come vomito, spasmi addominali e tachicardia.
La caffeina, inoltre, può portare a dipendenza fisica e psichica. I sintomi tipici dell'astinenza da caffeina consistono in mal di testa e disturbi del sonno.
Infine, l'utilizzo di caffè è controindicato in persone che soffrono di cardiopatie, d'ipertensione, d'ipertiroidismo, di ulcera gastrica e di ernia iatale.
Gravidanza e allattamento
I pareri riguardanti l'utilizzo del caffè da parte di donne in gravidanza sono alquanto contrastanti. Alcuni studi sostengono che è sufficiente limitarne fortemente l'uso; altri studi sostengono, invece, che anche l'utilizzo di piccole quantità di caffè possa aumentare il rischio d'insorgenza di aborto spontaneo e di basso peso alla nascita. Pertanto, a scopo precauzionale, sarebbe bene che le donne in gravidanza evitassero del tutto l'utilizzo di caffè.
I bambini allattati da madri che assumono caffè possono manifestare disturbi del sonno, perciò, le madri che allattano al seno non dovrebbero utilizzare il caffè.
In qualsiasi caso, le donne in gravidanza e le madri che stanno allattando al seno, non dovrebbero assumere nessun fitoterapico senza aver prima chiesto il consiglio del medico.
Interazioni farmacologiche
Il caffè può interferire con l'attività di numerosi farmaci, fra questi ricordiamo:
- Inibitori delle monoamino ossidasi (o IMAO), farmaci impiegati nel trattamento della depressione e del morbo di Parkinson;
- Ormoni tiroidei;
- Anticoagulanti orali;
- Litio, un farmaco antitumorale;
- Benzodiazepine;
- Antiritmici.
Inoltre, farmaci come contraccettivi orali, antifungini e antibiotici chinolonici e macrolidi possono aumentare le concentrazioni di caffeina nel sangue, provocando così un aumento dei suoi effetti stimolanti.
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