Introduzione
La disfunzione erettile è tra i disturbi della sfera sessuale maschile più frequenti nella popolazione over 50.
Secondo recenti stime, infatti, circa il 52% della popolazione con età compresa tra i 50 ed i 70 anni presenterebbe sintomi riconducibili alla disfunzione erettile.
Classicamente con il termine disfunzione erettile si intende l'inabilità a mantenere un erezione adeguata e necessaria a sostenere un rapporto sessuale soddisfacente.
E' evidente, quindi, come questo disordine, alla cui base sembrerebbero insistere varie condizioni sia di natura organica che psicogena, ridurrebbe significativamente la qualità di vita del paziente affetto, con inevitabili ripercussioni sulla sfera psicologica e socio-relazionale.
Per questo motivo negli anni si sono avvicendanti diversi rimedi terapeutici.
Farmaci per la Cura della disfunzione erettile
Nell'ultimo decennio, grazie all'enorme mole di lavori scientifici realizzati, la farmacoterapia della disfunzione erettile ha fatto enormi passi in avanti, offrendo rimedi particolarmente efficaci.
La terapia farmacologica, rimane, assieme all'eventuale sostegno psicoterapeutico e sessuologico, il rimedio di prima scelta nel trattamento di varie forme di disfunzione erettile.
Per semplicità la terapia farmacologica della disfunzione erettile si avvale di:
- Terapie topiche, intracavernose ed intrauretrali;
- Terapie per os;
- Terapie sublinguali.
Le terapie topiche, intracavernose ed intrauretrali
Tra i primi rimedi terapeutici proposti, sicuramente l'uso di farmaci per iniezione inrtracavernosa ha rappresentato per molti anni una delle alternative più efficaci.
In generale questo tipo di terapie si avvalgono di principi attivi in grado di esercitare azioni farmacodinamiche differenti quali:
- Inibire localmente l'attività dell'enzima fosfodiesterasi, impegnato nello smaltimento del GMP ciclico, importante mediatore del fenomeno di rilasciamento muscolare e conseguente vasodilatazione dei vasi intracavernosi;
- Inibire l'attività di recettori alfa adrenergici, impegnati nel sostenere la tonica vasocostrizione dei vasi intracavernosi;
- Esercitare una diretta azione vasodilatatoria mediante meccanismi biologici complessi.
A tal proposito, i principi attivi più utilizzati, da soli o in combinazione sarebbero: papaverina, fentolamina, PGE 1.
Si ricorda a tal proposito che l'utilizzo di questi rimedi terapeutici, di stretta pertinenza medico-specialistica, risponde a specifiche normative, regolamentate diversamente da stato a stato.
Le terapie per os e sublinguale
La terapia farmacologica di prima scelta nel trattamento della disfunzione erettile è sicuramente rappresentata dall'utilizzo di inibitori delle 5-fosfodiesterasi.
Questi principi attivi, infatti, agirebbero direttamente sui meccanismi molecolari coinvolti nel rilasciamento della muscolatura liscia dei vasi arteriosi cavernosi.
Più precisamente gli inibitori delle 5-PDE, assunti per os, raggiungerebbero l'ambiente penieno dove inibirebbero selettivamente l'enzima 5 fosfosdiesterasi, direttamente coinvolto nella degradazione del GMPciclico.
Quest'ultima molecola costituisce il mediatore attraverso il quale la muscolatura liscia vascolare riceve il segnale biologico del rilasciamento.
Il rilasciamento indurrebbe la conseguente vasodilatazione e quindi un incremento del flusso vascolare intracavernoso con la successiva erezione.
Il capostipite di questa classe è stato il Sildenafil, caratterizzato da una latenza d'azione di circa 60 minuti ed una durata d'azione di circa 2 ore, che costringeva il paziente a pianificare adeguatamente il rapporto sessuale.
Farmaci di seconda generazione come il Taladafil ed il Vardenafil, non solo hanno consentito di superare i suddetti limiti, ma ne hanno migliorato anche l'efficacia d'azione e ridotto gli effetti collaterali.
La terapia orale della disfunzione erettile si avvale tuttavia della collaborazione, seppur meno rilevante, di altri principi attivi quali:
- Principi attivi con azione selettiva nei confronti del sistema nervoso centrale come gli agonisti della Melanocortina;
- Agonisti dei recettori dopaminergici come l'Apomorfina;
- Ormoni steroidei nei rari casi di disfunzione erettile associata a ipogonadismo.
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