Il crescente numero di casi, il progressivo invecchiamento della popolazione, le gravi ripercussioni sulla qualità di vita e sullo stato di salute complessivo del paziente, ha spinto diversi formulatori a ricercare rimedi terapeutici efficaci per il trattamento della disfunzione erettile.
Per questo motivo negli ultimi 10-15 anni sono stati proposti, sperimentati ed approvati diversi trattamenti in grado di cambiare sensibilmente le sorti della malattia, con inevitabili ripercussioni sulla qualità di vita.
Premesse
Per quanto, in maniera abbastanza semplice, la disfunzione erettile venga definita come l'inabilità di mantenere un erezione adeguata a sostenere un rapporto sessuale soddisfacente, in realtà l'etiologia e la patogenesi di questa condizione è particolarmente complessa.
Per questo motivo l'inquadramento diagnostico costituisce sicuramente un atto dovuto prima di intraprendere il percorso terapeutico.
Stile di vita e alimentazione
Secondo recentissime evidenze lo stile di vita inciderebbe sensibilmente sulla gravità del disturbo.
Una dieta varia povera in acidi grassi saturi, l'adeguata introduzione di acidi grassi essenziali e aminoacidi essenziali, l'opportuna attività fisica sembrerebbero giovare sensibilmente sia alla salute vascolare, molte volte compromessa in corso di disfunzione erettile, sia allo stato psicologico.
Questa linea “terapeutica”, dovrebbe rappresentare la base sulla quale costruire il percorso terapeutico.
Psicoterapia e terapia sessuologica
In caso di accertata disfunzione erettile di natura psicogena, o in caso di disfunzione erettile farmaco-resistente su base non organica, la psicoterapia, generalmente sistemico-relazionale, costituirebbe sicuramente un valida scelta terapeutica.
In realtà la psicoterapia potrebbe anche coadiuvare la terapia farmacologica, amplificandone i risultati, e soprattutto contribuendo ad un netto miglioramento della qualità di vita del paziente affetto.
Terapia farmacologica: inibitori delle 5 fosfo-diesterasi
Il trattamento con gli inibitori delle 5 fosfo-diesterasi, rappresenta secondo diversi autori, il trattamento di prima scelta per la disfunzione erettile, soprattutto su base vasculogenica.
Principi attivi come il Sildenafil, il Vardenafil e altri inibirebbero gli enzimi 5 e 6 fosfodiesterasi, impegnati nella degradazione del GMP ciclico: prezioso nel mediare il rilasciamento della muscolatura liscia vascolare e la conseguente vasodilatazione.
La vasodilatazione risulterebbe fondamentale nell'aumentare il flusso intracavernoso e sostenere così il processo di erezione.
Terapia ormonale sostitutiva
Terapia farmacologica caratterizzata dalla somministrazione, generalmente, di ormoni steroidei, necessaria a correggere il disturbo in caso di disfunzione ormonale, come ad esempio nell'ipogonadismo.
Questo tipo di terapia presenta pertanto indicazioni all'uso molto strette e giustificate dalla presenza di patologie ormonali responsabili a valle del disturbo erettile.
Terapia farmacologica: Apomorfina
Noto il ruolo del sistema nervoso sul controllo della funzione sessuale maschile, negli ultimi anni la ricerca si è concentrata anche nell'individuazione di principi attivi in grado di modulare questa attività.
Dai diversi trials clinici effettuati è emerso il ruolo migliorativo dell'Apomorifina, in grado di legare i recettori dei neuroni dopaminergici ipotalamici.
Il controllo dell'attività ipotalamica, consentirebbe, nei casi di disfunzione erettile neurogenica, una migliore vasodilatazione.
Terapie iniettive
Tra i trattamenti terapeutici di seconda linea, fortunatamente sempre più rari, data la presenza di terapie mediche e farmacologiche molto efficaci, è doveroso ricordare l'iniezione intracavarnosa di principi attivi in grado di migliorare localmente l'effetto vasodilatatorio.
Data la scomodità d'impiego, la breve durata dell'effetto, il dolore del trattamento ed il rischio di potenziali complicanze, le terapie iniettive sono state gradualmente sostituite dalle terapie mediche farmacologiche.
Terapia chirurgica
La terapia chirurgica rappresenta sicuramente un trattamento obbligato in caso di disfunzione erettile vasculogenica o iatrogena indotta da interventi chirurgici o da gravi traumi della regione pelvica.
Data la complessità dell'intervento, orientato all'ottimizzazione della vascolarizzazione, i criteri di inclusione sono molto rigidi.
Queste metodiche risultano infatti off-limits a ultracinquantenni o a pazienti affetti da diabete e patologie cardiovascolari.
Protesi peniene
In caso di grave disfunzione erettile organica, non responsiva al trattamento farmacologico, psicologico e sessuologico o vascolare, è possibile ricorrere all'impianto di protesi semirigide o idrauliche, in grado pertanto di fornire un buon grado di erezione.
Evidentemente l'uso delle protesi peniene non è scevro da complicanze sia nelle fasi di impianto che nel successivo mantenimento.
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