In quest'articolo ti parlerò del sapone, oggetto di uso comune che tutti impiegano per detergere pelle e capelli. Scoprirai com'è fatto, chi l'ha scoperto, quanti tipi ne esistono e curiosità di cui (forse) non eri a conoscenza.
Che cos'è
Che cos'è il Sapone?
In verità, esistono molti tipi di saponi, che si differenziano per il metodo di produzione utilizzato e per gli ingredienti che li compongono. Parlando, però, del cosiddetto sapone tradizionale (ovvero, quello solido), questo può essere definito come un sale di sodio di un acido carbossilico a lunga catena. Certo, questa frase può sembrare piuttosto complicata per chi non conosce molto bene la chimica, quindi cerchiamo di capire meglio questa definizione. Definizione che, peraltro, deriva principalmente dal metodo con cui il sapone viene prodotto.
Attualmente, infatti, il sapone tradizionale viene prodotto facendo avvenire una reazione chimica fra una base forte (solitamente idrossido di sodio, meglio noto come soda caustica) e un acido grasso costituito da un grande numero di atomi disposti "in fila" (acido carbossilico a lunga catena); questo grasso può essere di origine animale (come sono, ad esempio, gli acidi grassi derivanti dagli scarti di lavorazione del maiale o del pesce), oppure di origine vegetale (come sono gli acidi grassi contenuti nell'olio di oliva, nell'olio di cocco o in quello di colza).
Definizione
- Base forte: in chimica, le definizioni di base forte sono molteplici e si sono evolute nel tempo, di pari passo con la scoperta delle molecole e delle strutture degli atomi che le compongono. Ad ogni modo, per semplificare il discorso, possiamo definire una base forte come una sostanza caustica e corrosiva, quale è, appunto, l'idrossido di sodio di cui abbiamo parlato sopra.
La suddetta reazione chimica prende il nome di "saponificazione" e il suo prodotto dà origine a quello che in chimica viene definito come "tensioattivo anionico". In parole semplici, dà origine al sapone che - grazie a questa sua particolarissima composizione chimica - è in grado sia di sciogliersi in acqua, sia di sciogliere le sostanze grasse e oleose, rimuovendo sporco e impurità dalla pelle.
Curiosità
In medicina del lavoro, si è soliti parlare di "malattie del sapone" per definire un gruppo di malattie della pelle causate dal contatto con saponi detergenti e dall'azione macerante dell'acqua sulla pelle.
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Storia del Sapone
La storia del sapone affonda le sue radici in tempi antichissimi. Già gli egizi, infatti, avevano scoperto la ricetta per preparare detergenti per la pulizia del corpo, benché simili prodotti fossero già utilizzati dagli antichi popoli abitanti della Mesopotamia.
Ad ogni modo, oggigiorno, si ritiene che il sapone vero e proprio sia stato inventato migliaia di anni più tardi dalle popolazioni arabe.
Ma procediamo con ordine e cerchiamo di capire come e quando questo prodotto così comune ha avuto origine.
Il Sapone in Mesopotamia
Al momento, i più antichi ritrovamenti archeologici inerenti al sapone - o meglio a un prodotto molto simile all'attuale sapone utilizzato per la detersione - risalgono al 2.800 avanti Cristo. Tali ritrovamenti sono avvenuti negli scavi archeologici nell'area in cui una volta si trovava l'antica Babilonia. Questi scavi, infatti, hanno portato alla luce dei contenitori di forma cilindrica realizzati in argilla, recanti iscrizioni di ricette con le quali fabbricare il prodotto detergente in essi contenuto.
Gli Antichi Egizi e il Sapone
Il rapporto fra gli antichi egizi e la cura del corpo è ormai noto da moltissimo tempo. L'utilizzo del sapone, inoltre, è ben documentato in diversi papiri. In uno di questi, risalente indicativamente al 1550 avanti Cristo, viene descritta la produzione di un sapone a partire da grasso animale e/o oli vegetali e da un particolare materiale che veniva raccolto nella valle del Nilo: il "trona", un minerale ricco di sodio.
Il Sapone a Roma
Benché il sapone venisse utilizzato già da popolazioni più antiche, i romani non lo utilizzavano.
La pulizia e la cura del corpo erano fondamentali nell'antica Roma e il ricorso alle terme era considerato una vera e propria attività sociale; tuttavia, la detersione non veniva fatta tramite sapone o prodotti simili. I romani, infatti, impiegavano la semplice acqua ed erano soliti detergere il proprio corpo mediante una sorta di scrub antico: dapprima applicavano sul proprio corpo dell'olio, dopodiché passavano la pietra pomice, oppure farina di fave o argilla, eseguendo in questo modo un'esfoliazione della pelle.
Il Sapone e le Popolazioni Arabe
A detta di molti, gli arabi sono i veri e propri inventori del sapone come lo intendiamo noi. Questi popoli, infatti, erano soliti fabbricare sapone utilizzando olio di oliva e olio di alloro, dando così origine al ben noto sapone di Aleppo.
A questo proposito, gli archeologi hanno ritrovato diversi manoscritti che contengono le ricette per la preparazione del sapone.
Fu proprio questo particolare sapone a giungere in Europa all'epoca delle Crociate, divenendo famoso e molto apprezzato, soprattutto in Spagna, Francia e Italia, che ben presto si cimentarono nella sua produzione.
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Il Sapone in Europa
Come accennato, il sapone preparato dalle popolazioni arabe fece il suo ingresso in Europa all'epoca delle Crociate, dove riscosse un grande successo soprattutto fra i popoli italiani, spagnoli e francesi.
In Italia, il sapone iniziò a essere largamente prodotto soprattutto in città come Venezia, Savona e Genova.
Fra Miti e Leggende
Una leggenda ligure narra che il sapone tradizionale fu scoperto casualmente dalla moglie di un pescatore di Savona, che fece bollire l'olio di oliva e la liscivia (continua a leggere per scoprire cos'è la liscivia e come veniva utilizzata in passato).
In Spagna, invece, si iniziò a produrre il cosiddetto "sapone di Castiglia", preparato bollendo l'olio di oliva con la "barilla", ossia un particolare tipo di cenere ottenuta dalla combustione dell'erba kali (Salsola soda, una pianta anche nota come "barba di frate").
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Poco lontano, in Francia - più precisamente, a Marsiglia - iniziò invece la produzione dell'ancora oggi diffuso sapone di Marsiglia, ottenuto a partire dall'olio di oliva prodotto localmente e dalle ceneri derivanti dalla combustione della salicornia, una particolare pianta in grado di crescere in terreni salini, salmastri o alcalini.
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Lo sapevi che…
All'epoca in cui furono creati i primi saponi in Italia, Spagna e Francia si parlava spesso e volentieri di "soda" ottenuta dalle ceneri di piante di diverso tipo. In realtà, con questo termine non ci si riferiva alla soda caustica attualmente impiegata nella reazione di saponificazione, bensì al carbonato di sodio.
Questa terminologia permane ancora oggi: in alcuni casi, infatti, il termine "soda" viene tuttora utilizzato per indicare il carbonato di sodio; mentre in altri casi viene utilizzato come abbreviazione di "soda caustica".
Gli Inglesi e il Sapone
In Inghilterra, i primi saponi furono prodotti a Bristol, intorno al XII secolo. In questo luogo si producevano il "Bristol Soap" (dalla consistenza soffice e di colore nero) e il "Bristol Grey Soap" (dalla consistenza dura e di colore grigio).
I saponi di Bristol, inizialmente, venivano prodotti con grasso animale, ma con il passare del tempo e l'aumento della circolazione delle merci provenienti da diverse parti del mondo, anche gli inglesi iniziarono a produrre sapone con oli vegetali che potevano sostenere il confronto con il più apprezzato sapone di Castiglia spagnolo.
Evoluzione dell'Industria del Sapone
I saponi prodotti fino al XIX secolo circa erano piuttosto costosi, soprattutto a causa della difficoltà nel reperire materie prime di qualità e in grandi quantità per la loro realizzazione. A risolvere questo problema fu il chimico e medico francese Nicolas Leblanc che - grazie alle sue ricerche - scoprì un procedimento chimico grazie al quale produrre carbonato di sodio (allora definito come "soda") a partire dal comune sale da cucina. Grazie a questa scoperta, il prezzo della soda intesa come carbonato di sodio diminuì, consentendo un più ampio accesso a questa materia prima per la produzione del sapone e abbattendo così i costi del prodotto finale.
Nel frattempo, la cura per l'igiene personale e la detersione divennero sempre più importanti, poiché fondamentali per il mantenimento della buona salute e della corretta igiene necessaria per proteggersi da alcune malattie.
Il procedimento chimico ideato da Leblanc venne poi rielaborato e ottimizzato dal chimico belga Ernst Solvay che diede origine al cosiddetto "metodo Solvay", ancora oggi utilizzato per la produzione del carbonato di sodio che tutti conosciamo come "soda Solvay".
Da quel momento in poi, l'industria del sapone è stata protagonista di una notevole crescita, che l'ha spinta a produrre saponi di ogni sorta, arricchiti con erbe, essenze e ingredienti di ogni tipo per andare incontro alle più disparate esigenze dei consumatori.
Il Sapone Sintetico
La necessità di sviluppare detergenti e saponi sintetici iniziò a farsi sentire durante la Prima Guerra Mondiale, quando la reperibilità di materie prime naturali (come grassi animali e oli vegetali) subì una notevole riduzione.
I primi a dare origine a prodotti detergenti di natura sintetica furono i tedeschi. Il primo tensioattivo anionico di sintesi fu brevettato, infatti, nel 1917 in Germania.
Il Sapone Oggi
Il sapone tradizionale ottenuto da ingredienti naturali rimane oggi un prodotto di nicchia, che ormai poche aziende continuano a produrre e la cui realizzazione è affidata perlopiù ad artigiani e amanti del fai da te.
Difatti, la maggior parte dei saponi attualmente disponibili in commercio è totalmente sintetica. Perciò, si tratta di saponi composti da tensioattivi sintetici, da detergenti chimici e da agenti schiumogeni in grado di produrre la schiuma che noi tutti conosciamo.
Benché questa composizione possa far rabbrividire gli amanti della natura, il ricorso a sostanze chimiche ha permesso di abbattere notevolmente i costi del sapone, semplificandone la produzione; inoltre, ha permesso la creazione di saponi meno aggressivi che - come vedremo più avanti nel corso dell'articolo - possono essere ben tollerati anche dalle pelli più sensibili.
Liscivia
Il Sapone della Nonna
Dopo questo "viaggio nel tempo" che ci ha permesso di conoscere un po' meglio la storia del sapone, rimaniamo nel passato, ma in un passato molto più vicino a noi.
Quante volte ci è capitato di sentire le nostre nonne dire che il bucato lo facevano con la cenere? Probabilmente, è una frase sentita dire parecchie volte. Più precisamente, un tempo, il bucato si faceva con un prodotto derivato della cenere: la liscivia, prodotto che peraltro veniva sfruttato anche per la produzione del sapone casalingo. All'epoca delle nostre nonne, infatti, il sapone non si comprava al supermercato, ma come molte altre cose di uso comune, si fabbricava in casa.
In altre parole, il sapone veniva preparato a partire dalla cenere ottenuta dalla combustione di piante di diverso tipo, un po' come si faceva un tempo con il sapone di Castiglia, con il sapone di Marsiglia e con il sapone di Aleppo.
Cos'è la Liscivia e come si ottiene?
Nel linguaggio comune, il termine liscivia viene utilizzato per indicare una soluzione ottenuta trattando la cenere o il carbone di legna con acqua bollente. L'uso della cenere nella produzione della liscivia è giustificato dal fatto che essa contiene carbonato di sodio (la cosiddetta "soda") e carbonato di potassio (anche noto come "potassa").
Il liquido ottenuto al termine di questo trattamento con acqua bollente era la liscivia, che veniva utilizzata come sapone per il lavaggio del bucato grazie alle sue proprietà sbiancanti e sgrassanti (ma anche irritanti per la pelle purtroppo). La porzione solida che rimaneva una volta rimossa la liscivia, invece, prendeva il nome di "pasta di cenere" e veniva utilizzata soprattutto come sapone per la detersione di pentole e stoviglie.
Lo sapevi che…
Ancora oggi sono diverse le persone amanti della natura e del fai da te che si cimentano nella preparazione della liscivia e della pasta di cenere per la detersione della casa e del bucato. Tuttavia, è bene ricordare che questi prodotti - per quanto naturali ed ecologici - sono molto irritanti per la pelle, per gli occhi e per le mucose. Per questo motivo, vanno utilizzati con estrema cautela e, preferibilmente, indossando adeguati indumenti protettivi, come, ad esempio, i guanti.
Inoltre, trattandosi di prodotti caustici e corrosivi - anche se utilizzati molto diluiti - potrebbero non essere indicati per detergere superfici e tessuti delicati, poiché potrebbero danneggiarli irrimediabilmente.
Il Sapone di Una Volta
Oltre all'utilizzo diretto come detergente, la liscivia veniva sfruttata dalle nostre nonne anche per produrre il sapone in casa. Tuttavia, nelle campagne di 50-100 anni fa il denaro per acquistare preziosi oli vegetali come l'olio di oliva non c'era e, anche quando c'era, l'olio veniva acquistato e utilizzato per scopi alimentari e non certo per produrre il sapone. Per questa ragione, il sapone veniva prodotto con grasso di origine animale ottenuto dagli scarti della lavorazione di suini, ovini o bovini, a seconda della zona in cui veniva prodotto (ad esempio, in Emilia Romagna e in Calabria il sapone veniva fabbricato prevalentemente con il grasso di maiale; mentre in Sardegna veniva prodotto soprattutto con il grasso degli ovini).
Ad ogni modo, indipendentemente dal grasso animale impiegato, possiamo ben immaginare come il sapone risultante fosse tutto tranne che profumato.
Curiosità
Le Soap Opera attualmente trasmesse in TV derivano dai radiodrammi statunitensi che venivano trasmessi intorno agli anni '30. Questo nome così particolare (in inglese "soap" significa "sapone") è dovuto al fatto che questi radiodrammi, spesso e volentieri, venivano sponsorizzati proprio da produttori di sapone.
Tipi di Sapone
Ora che conosciamo un po' meglio la storia del sapone e che sappiamo cos'è la liscivia e quali sono i suoi utilizzi, ritorniamo ai giorni nostri e cerchiamo di capire quali sono i principali tipi di sapone attualmente disponibili sul mercato.
Come accennato nel corso dell'articolo, oggigiorno esistono numerosi tipi di sapone classificati in base a diversi criteri. Vediamo, quindi, quali sono le principali classificazioni utilizzate per distinguere un sapone dall'altro e quali sono i principali tipi di sapone ancora oggi utilizzati.
Classificazione in base alla consistenza
La prima forma di classificazione che può essere fatta per distinguere le varie tipologie di sapone è quella che si basa sulla consistenza del prodotto. A questo proposito possiamo distinguere:
- Il sapone solido: è un sapone dalla consistenza più o meno dura, ma comunque solido. Può avere diverse forme che variano a seconda dello stampo utilizzato durante la sua preparazione. Gli ingredienti utilizzati per produrlo possono essere sia naturali che artificiali.
- Il sapone molle: è un sapone la cui consistenza non è né solida né liquida, ma, appunto, molle. Nel metodo tradizionale per la preparazione del sapone, nella reazione di saponificazione con oli vegetali, sostituendo l'idrossido di sodio (soda caustica) con l'idrossido di potassio (potassa caustica) il prodotto finale sarà proprio un sapone molle. Questo particolare tipo di sapone viene utilizzato per detergere il bucato e, addirittura, come antiparassitario.
- Il sapone liquido: il sapone liquido che siamo normalmente abituati ad utilizzare e che possiamo trovare negli scaffali di supermercati e profumerie, solitamente, è costituito da un'insieme di diversi tipi di tensioattivi, quali tensioattivi anionici, tensioattivi cationici, tensioattivi non ionici, ecc. Pertanto, è composto da una miscela di differenti tensioattivi, a differenza del sapone tradizionale che contiene solo tensioattivi anionici (vedi il capitolo iniziale dell'articolo).
Classificazione in base al tipo di Base Chimica utilizzata nella Saponificazione
Basandoci sulla reazione di saponificazione di cui abbiamo parlato all'inizio dell'articolo, possiamo distinguere diversi tipi di sapone in funzione della base chimica utilizzata per prepararli:
- Sapone realizzato con idrossido di sodio, o soda caustica che dir si voglia (sapone solido);
- Sapone realizzato con idrossido di potassio, meglio noto come potassa caustica (sapone molle);
- Sapone realizzato con idrossido di litio (è un sapone molto duro utilizzato perlopiù in ambito industriale per trattare oli lubrificanti).
Classificazione in Base al tipo di Grasso/Olio utilizzato nella Saponificazione
Così come è possibile effettuare una classificazione in funzione del tipo di base chimica impiegata nella reazione di saponificazione, è altresì possibile effettuare una classificazione in base al tipo di olio o grasso utilizzato. In questo caso, possiamo ad esempio distinguere il sapone all'olio di oliva, il sapone all'olio di cocco, il sapone al latte e così via.
Classificazione in Base al Luogo di Origine e al Metodo di Preparazione
Alcuni saponi tradizionali possono essere classificati in base al metodo di preparazione impiegato e in base al luogo da cui provengono. A questo proposito, possiamo senza dubbio distinguere:
- Il sapone di Marsiglia che, secondo la tradizione, dev'essere preparato con olio di oliva e lavorato e tagliato interamente a mano.
- Il sapone di Aleppo che, secondo tradizione, dev'essere preparato con olio di oliva e olio di alloro. Normalmente, più elevata è la percentuale di olio di alloro utilizzata, maggiormente pregiato è il sapone di Aleppo risultante.
Altri tipi di Sapone
Di seguito, riporto altri tipi di sapone che si possono comunemente trovare in commercio.
Sapone allo Zolfo
Il sapone allo zolfo è un particolare tipo di sapone solido arricchito con zolfo, dalle proprietà astringenti e disinfettanti. Si rivela particolarmente utile in caso di pelli grasse e impure.
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Sapone Nero
Il sapone nero - anche noto come sapone marocchino - è un prodotto ampiamente utilizzato negli Hammam. È un sapone realizzato con olio di oliva dotato di una consistenza pastosa/cremosa.
Il sapone nero svolge una profonda pulizia della pelle e aiuta ad eliminare le cellule morte superficiali, esercitando così un'azione esfoliante.
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Sapone Neutro
Il sapone neutro è un sapone che non altera il normale pH della pelle i cui valori si aggirano fra il 5,5 e il 6. Normalmente, il sapone neutro è ben tollerato dalla maggior parte degli individui, anche se chi ha la pelle particolarmente sensibile potrebbe comunque riscontrare difficoltà nell'utilizzarlo. In questi casi, solitamente, è meglio ricorrere all'uso di saponi non saponi.
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Sapone non Sapone
Il sapone non sapone è un prodotto di sintesi ottenuto dall'unione di sostanze chimiche e tensioattivi anionici diversi dal sapone tradizionale. Il pH del sapone non sapone è solitamente più simile al pH fisiologico della cute e, per questo, tale prodotto è meglio tollerato dalle pelli sensibili.
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