Generalità
I farmaci sono progettati per trattare una varietà di condizioni di salute, ma, a volte, possono avere degli effetti indesiderati. Tra questi, rientra l'alopecia da farmaci (o iatrogena), una particolare forma di perdita dei capelli, correlata all'assunzione di alcune medicine. L'esempio classico è quello del diradamento della chioma in seguito a una terapia antitumorale radiante o con farmaci citostatici.
In realtà, sono molti i farmaci che possono indurre alopecia e, a seconda della loro composizione più o meno aggressiva, la caduta dei capelli può essere temporanea o permanente, diffusa o localizzata, improvvisa o graduale. Tale effetto collaterale dipende principalmente dall'interazione del farmaco con il ciclo di crescita del capello.
Come qualsiasi altro tipo di perdita dei capelli, anche l'alopecia farmaco-indotta può avere conseguenze psicologiche potenzialmente gravi. Nella maggior parte dei casi, però, l'alopecia iatrogena è reversibile, quindi tende a risolversi spontaneamente una volta che si sospende l'uso del farmaco in questione.
Cos'è l'alopecia da farmaci?
L'alopecia iatrogena è un effetto collaterale che può essere associato a molti farmaci di comune prescrizione. Alcune terapie sono in grado di interrompere il ciclo di crescita del capello, in alcuni casi dopo 2-3 mesi dall'inizio del trattamento, in altri casi dopo 1-4 settimane. Il ciclo del capello può anche essere alterato da farmaci che intervengono sull'equilibrio ormonale, soprattutto se presentano proprietà androgeniche.
Il grado di perdita dipende dal numero di follicoli piliferi colpiti. Determinati farmaci provocano, inoltre, alterazioni nella struttura o nel colore dei capelli.
Generalmente, il capello ricresce in seguito alla sospensione del farmaco, ma, a volte, solo dopo diversi mesi.
Come i farmaci provocano la caduta dei capelli?
L'alopecia farmaco-indotta è causata da agenti terapeutici in grado di interferire con il normale ciclo vitale dei capelli.
Normalmente, il ciclo del capello prevede tre fasi:
- Anagen: fase di crescita, in cui si verifica l'allungamento del nuovo capello che va a sostituire il precedente; è il periodo più lungo, con una durata media di 3-6 anni.
- Catagen: fase di transizione o involuzione (1-3 settimane), in cui diminuiscono progressivamente le funzioni vitali del follicolo pilo-sebaceo e la crescita si blocca.
- Telogen: fase di riposo (2-3 mesi) durante la quale il follicolo permane in stato di inattività; al termine di quest'ultimo stadio, il capello “vecchio” si distacca dal cuoio capelluto spontaneamente, quando viene lavato e pettinato o perché sospinto da quello “giovane” in fase di crescita.
Durante l'arco della vita di una persona, ogni capello presente sul cuoio capelluto ripete questo processo svariate volte, rinnovandosi periodicamente.
L'alopecia iatrogena insorge come conseguenza, o in stretta relazione temporale, con una cura prescritta per il trattamento di una malattia. Nel dettaglio, i farmaci possono portare a due principali tipi di perdita di capelli:
- Telogen effluvium;
- Anagen effluvium.
Il telogen effluvium è la forma più comune di perdita dei capelli farmaco-indotta e, di solito, appare entro 2- 4 mesi dall'assunzione del farmaco, manifestandosi come una caduta copiosa e imprevedibile. Questa condizione fa sì che i follicoli entrino nella loro fase di riposo (telogen), quindi si verifica troppo presto il distacco del capello (nel giro di 90-100 giorni). Le condizioni necessarie per il manifestarsi di questo fenomeno sono essenzialmente due: l'azione del farmaco non è tale da arrestare completamente la mitosi della matrice e, al contempo, si verifica una sincronizzazione di un gran numero di capelli nella stessa fase del ciclo. I farmaci più a rischio sono alcuni beta-bloccanti (propranolo e metoprololo), gli anticoagulanti (come l'eparina) e alcuni citostatici.
L'anagen effluvium è la perdita che si verifica per l'inibizione dei processi metabolici e mitotici dei capelli in fase anagen, impedendone la maturazione. Questo tipo di alopecia compare, di solito, entro pochi giorni o settimane dall'assunzione del farmaco (in media, dopo 10 giorni).
L'anagen effluvium è più comune nelle persone che assumono farmaci chemioterapici per il trattamento di vari tumori ed è spesso grave, in quanto provoca la caduta della maggior parte o di tutti i capelli della testa, così come il diradamento o la perdita di sopracciglia, ciglia e altri peli del corpo.
La gravità della perdita di capelli indotta da farmaci dipende dal tipo di farmaco e dal relativo dosaggio, così come dalla sensibilità individuale a quella sostanza alopecizzante.
Quali farmaci fanno cadere i capelli
La perdita dei capelli è stata segnalata in seguito all'uso di numerose medicine, appartenenti a un'ampia varietà di classi farmacologiche. Sottolineando che le alopecie iatrogene si risolvono spontaneamente alla sospensione dell'agente responsabile, viene riportato, di seguito, un elenco dei principali farmaci alopecizzanti.
Perdita di capelli farmaco-indotta | |
Patologia/condizione a cui è rivolta la terapia | Farmaci e sostanze alopecizzanti di uso più comune (esempi) |
Acne | Tutti i farmaci derivati dalla vitamina A, come trattamenti per l'acne o altre condizioni, tra cui:
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Colesterolo alto | Ipocolesterolemizzanti, tra cui: i
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Convulsioni/epilessia | Anticonvulsivanti, tra cui:
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Depressione |
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Infezioni fungine | Antimicotici azolici |
Glaucoma | Farmaci beta-bloccanti (somministrazione oculare), tra cui:
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Gotta |
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Cardiopatie e disturbi circolatori | Anticoagulanti (fluidificanti del sangue):
Molti farmaci prescritti per la patologie cardiovascolari, compresi i beta-bloccanti, che vengono utilizzati anche per trattare l'ipertensione:
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Condizioni ormonali |
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Infiammazioni |
Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), tra cui:
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Morbo di Parkinson |
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Dolore di stomaco/indigestione/ulcera gastrica |
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Altro |
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Nota: molti altri farmaci sono stati associati alla perdita di capelli, ma senza evidenze chiare di tale associazione.
Farmaci chemioterapici
La forma più drammatica di alopecia iatrogena è senz'altro quella provocata dalle terapie antitumorali, soprattutto se vengono utilizzati agenti alchilanti, quali ciclofosfamide e ifosfamide. In questi casi, la perdita di capelli è frequente, talvolta improvvisa e severa: si possono contare circa 100-200 capelli persi al giorno, ma alcuni pazienti presentano cadute superiori (fino a 1.000 capelli al giorno).
Gran parte di questi agenti causa una caduta acuta di quasi tutti i capelli, in quanto blocca la produzione dei follicoli durante la fase anagen, facendo sì che il fusto si spezzi a livello del bulbo (anagen effluvium). La caduta dei capelli inizia, in genere, entro due settimane dall'inizio della chemioterapia e progredisce più rapidamente dopo uno o due mesi.
La perdita dei capelli è una reazione avversa frequente anche con paclitaxel, docetaxel ed eribulina.
Altri farmaci oncologici frequentemente implicati nell'alopecia iatrogena includono:
- Alcaloidi della vinca (es. vincristina e vindesina);
- Bleomicina;
- Doxorubicina;
- Dactinomicina:
- Daunorubicina;
- Etoposide;
- Irinotecano;
- Metotrexato;
- Nitrosourea;
- Tamoxifene;
- Topotecano;
- Vinorelbina.
La perdita dei capelli può essere causata da molti altri farmaci oncologici, inclusi i derivati del platino, gli agenti alchilanti, gli antimetaboliti (es. fluorouracile e gemcitabina) e gli anticorpi anti-CD20, come l'obinutuzumab che ha attività antitumorale.
La perdita dei capelli è più comune e grave nei pazienti che assumono combinazioni di farmaci, rispetto a quelli che prendono un solo chemioterapico.
Al termine del trattamento, in genere, i capelli ricrescono completamente, anche se, a volte, possono avere un colore e una forma differenti.
Alcuni farmaci, come ad esempio il busulfano, o la radioterapia, possono determinare una caduta irreversibile dei capelli.
Diagnosi
Come viene diagnosticata la perdita di capelli farmaco-indotta?
Il tipo di caduta (telogen effluvium o anagen effluvium) dipende dal farmaco, dal dosaggio e dalla suscettibilità individuale del soggetto.
Se si notano delle variazioni a livello della qualità dei propri capelli in concomitanza all'assunzione di farmaci, è opportuno effettuare tempestivamente un'analisi specialistica.
Nel caso sia sospettata una perdita di capelli farmaco-indotta, il medico può esaminare il cuoio capelluto e consigliare al paziente una serie di accertamenti che comprendono test di funzionalità tiroidea, emocromo completo e dosaggi ormonali.
Se risulta difficile dimostrare quale sia il farmaco responsabile della caduta dei capelli, il medico può chiedere, talvolta, di sospendere la terapia farmacologica per verificare se il ciclo pilifero riprende un andamento normale.
Trattamento
Il medico dovrebbe informare il paziente dei potenziali effetti collaterali di ogni farmaco che assume. Se la sospensione dell'agente terapeutico in questione non migliora il diradamento dei capelli, potrebbe essere necessario un trattamento a base di finasteride o minoxidil per stimolare la crescita di nuovi capelli.
Si può prevenire la caduta di capelli da chemioterapia?
La caduta dei capelli in corso di chemioterapia può essere parzialmente prevenuta facendo indossare al paziente una cuffia ghiacciata pochi minuti prima e per circa una mezz'ora dopo l'infusione del farmaco (ipotermia del cuoio capelluto).
Il raffreddamento del cuoio capelluto durante la somministrazione dell'agente antitumorale riduce, infatti, il flusso di sangue ai follicoli; in tal modo, i chemioterapici raggiungono con più difficoltà le cellule della matrice dei capelli. L'ipotermia rallenta, inoltre, l'attività biochimica, rendendo i follicoli meno suscettibili al danno provocato dai farmaci antitumorali.
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