Generalità
Perdere fino a 50-60 capelli al giorno è normale.
Entro certi limiti, infatti, il fenomeno quotidiano della caduta dev'essere considerato fisiologico, in quanto fa parte del naturale processo di ricambio della capigliatura.
Normalmente, un capello cade quando il follicolo pilo-sebaceo ha iniziato a produrne uno nuovo e quest'ultimo è pronto a sostituirlo. Per tale motivo, la quantità di capelli che compongono la chioma è generalmente stabile.
In alcune condizioni, tuttavia, il fenomeno può aumentare.
La caduta dev'essere motivo di preoccupazione quando la media giornaliera di capelli persi supera i 100 (700 a settimana) e si protrae per oltre 4 settimane, oppure quando alcune aree del cuoio capelluto iniziano ad apparire più diradate.
Il capello e il suo ciclo vitale
Prima di approfondire l'argomento, ricordiamo brevemente alcuni concetti:
- I capelli nascono, crescono e cadono seguendo un preciso ciclo fisiologico, che dipende dall'attività del singolo follicolo pilo-sebaceo. Ciascun follicolo alterna momenti di intenso sviluppo a periodi di riposo funzionale.
- Il ciclo del capello prevede, in particolare, tre momenti: ANAGEN (fase di crescita; durata media di 3-6 anni), CATAGEN (fase di transizione o involuzione; 1-3 settimane) e TELOGEN (fase di riposo; 2-3 mesi). Durante l'anagen, si verifica l'allungamento del nuovo capello, che va a sostituire il precedente; al termine di questa fase, diminuiscono progressivamente le funzioni vitali e la crescita si blocca (catagen). Nel telogen, il follicolo permane in stato di inattività e il capello ormai “morto” si distacca dal cuoio capelluto spontaneamente, quando viene lavato e pettinato o perché sospinto dal nuovo capello in fase di crescita.
- Il capello in fase anagen è fortemente saldato con le sue guaine, quindi può essere asportato solo esercitando una forte trazione, che determina un lieve dolore. Quando si trova nella fase telogen, invece, i sistemi di ancoraggio sono allentati ed è sufficiente il massaggio durante lo shampoo o il passaggio del pettine per provocare la caduta del capello.
- Quando il capello è caduto, il follicolo pilifero non è scomparso: se non intervengono fattori di squilibrio, la matrice germinativa del bulbo è pronta a ripartire con un nuovo ciclo. In altre parole, un capello cade quando ha concluso il suo ciclo vitale e sta per essere rimpiazzato da un altro che sta nascendo.
- L'attività del follicolo non è sincrona, cioè i capelli hanno cicli di vita sfasati tra loro. In una capigliatura sana, di norma, l'anagen riguarda circa l'85-90% dei follicoli, mentre il resto si trova in catagen (1-2%) e telogen (circa 14%).
Quanti capelli cadono?
Anche se è impossibile indicare un valore con esatta precisione, il ricambio che avviene durante la giornata è da considerare fisiologico quando la caduta si aggira mediamente intorno ai 50-60 capelli.
Questa quantità, tuttavia, può variare sensibilmente in relazione a numerosi fattori, quali:
- Differenze di sesso (nell'uomo, la fase anagen è più breve e il ricambio più accelerato);
- Foltezza della chioma (il numero totale di capelli presenti sul cuoio capelluto è compreso tra 80.000 e 150.000);
- Trattamenti tricologici aggressivi e traumi meccanici a cui vengono sottoposti i capelli;
- Condizioni di salute (es. squilibri ormonali, stati di stress, scompensi nutrizionali, malattie sistemiche ecc.)
- Farmaci;
- Fattori stagionali.
Per questo motivo, sarebbe più corretto considerare normale un range di capelli persi compreso tra 40 e 120 al giorno, prestando attenzione alla propria situazione personale.
A ogni modo, ciò che conta non è tanto il numero esatto di capelli che cadono, quanto il fatto che ci sia sempre un adeguato e continuo ricambio tra quelli giunti alla fine del loro ciclo vitale e quelli nuovi. Talvolta, infatti, si può notare una perdita normale o scarsa di capelli e, nonostante questo, andare incontro al diradamento.
Valutare il grado di Caduta
Come capire se la caduta è eccessiva?
Vista l'alternanza di fasi di attività (durante le quali il capello cresce) a momenti di riposo, la caduta di un numero limitato di capelli al giorno (non più di 50-100) è da considerarsi fisiologica. Per questo motivo, risulta normale ritrovarne diversi sul cuscino, sulle spalle, sul pettine o nella doccia.
Il distacco del capello destinato a cadere è favorito dai traumi meccanici (per cui la maggior parte dei capelli viene persa durante la spazzolatura della chioma e il lavaggio con lo shampoo).
Queste operazioni facilitano la caduta, ma, in realtà, si tratta di capelli che sarebbero persi comunque, in quanto giunti alla fine del loro ciclo vitale.
Pertanto, non è vero che lavare tutti i giorni i capelli favorisce la caduta. Può però essere vero il contrario, cioè una caduta eccessiva può essere favorita da lavaggi insufficienti.
L'intervento di alcuni fattori può innescare uno squilibrio nel ciclo naturale del capello, causando una perdita abbondante, da cui risulta un diradamento progressivo che rende visibili alcune aree del cuoio capelluto.
Questa condizione può essere indotta da molteplici fattori, che è necessario indagare per un intervento mirato. In particolare, la caduta dei capelli può essere influenzata o accentuata da predisposizione genetica, trattamenti tricologici troppo aggressivi, squilibri ormonali, presenza di alcune patologie, disfunzioni ormonali, diete restrittive, stress emozionali e certe terapie farmacologiche.
Una caduta è considerata anormale quando la media della perdita giornaliera supera i 100 capelli (700 a settimana) e si protrae per oltre 4 settimane, oppure quando si cominciano a intravedere alcune aree del cuoio capelluto diradate.
La caduta non fisiologica, permanente o transitoria dei capelli, viene definita ALOPECIA.
Vari fattori possono intervenire alterando il ciclo “ideale” dei capelli, aumentandone la caduta quotidiana: stress psico-fisico, diete drastiche o abuso di alcool, alterazioni ormonali durante l'allattamento e la menopausa, assunzione prolungata di certi farmaci o interventi chirurgici.
Un'eccessiva perdita di capelli può accompagnare anche svariate condizioni patologiche, come malattie della tiroide, anemia e diabete.
Anche la predisposizione genetica, i raggi UV e il fumo di sigaretta possono essere annoverati tra i possibili fattori concausali.
Cosa fare?
Una caduta dei capelli eccessiva (oltre i 700 a settimana) richiede una valutazione medica per un corretto inquadramento diagnostico, anche se non è ancora evidente alcun diradamento.
A livello pratico, per capire se la perdita dei capelli è normale o aumentata, basta semplicemente contare ogni giorno i capelli che cadono, sia durante il lavaggio, che durante la spazzolatura.
Metodo “fai da te” per contare i capelli che cadono
Per stimare quanti capelli si perdono, è possibile utilizzare un metodo molto pratico:
- Al mattino, lavare lo scalpo con lo shampoo per tre giorni;
- Il quarto giorno, prima di lavare il capo, pettinarsi per 60 secondi, procedendo dalla nuca alla fronte, sopra un cuscino o una superficie di colore contrastante; al termine di tale operazione, contare e registrare i capelli caduti o rimasti sull'utensile;
- Usando lo stesso pettine, ripetere il procedimento nei due giorni che seguono e utilizzare le stesse modalità per registrare i capelli persi;
- Fare una media delle tre quantità registrate per monitorare quanti capelli si perdono in una settimana o mensilmente.
Diagnosi tricologica
Diversi sono gli esami che lo specialista può eseguire per valutare la tipologia e l'entità della caduta dei capelli.
Questi comprendono:
- Pull test: permette di valutare se la caduta dei capelli è normale o eccessivamente aumentata. Il test viene effettuato in diverse aree del cuoio capelluto dal dermatologo, che esercita con la mano una leggera trazione; quando si estraggono meno di 6-10 capelli, il risultato del test è considerato nella norma.
- Tricogramma: consente di distinguere con precisione la percentuale di capelli in anagen, cioè in crescita rispetto a quelli in telogen che stanno per cadere. Per l'analisi, un piccolo ciuffo di capelli viene strappato, con un'apposita pinza, per essere osservato al microscopio.
- Dermatoscopia: è un esame non invasivo che valuta le condizioni del cuoio capelluto e del capello. Prevede l'uso di una videocamera collegata a un monitor, che consente di memorizzare le immagini acquisite. La dermatoscopia è molto utile per la diagnosi di alopecia androgenetica all'esordio, per valutare il grado di attività dell'alopecia areata e per definire la presenza di alcune patologie del cuoio capelluto, quali la psoriasi e la dermatite seborroica.
Per individuare perdite di capelli dovute a sospetti stati patologici dell'organismo è opportuno eseguire alcuni specifici esami del sangue. Nel caso si sospetti una dermatite allergica da contatto, il medico può indicare anche l'esecuzione di patch test.
Quando si ritiene sia implicato un processo infiammatorio autoimmune (es. alopecia areata), invece, viene consigliata la biopsia cutanea in anestesia locale, per prelevare pochi millimetri di cuoio capelluto a tutto spessore (contenente anche i follicoli), seguita dell'esame istologico.
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