Che Cos'è
La Farfara (Tussilago farfara L.), nota anche con il nome di Tossilagine (ma anche come farfaro o farfarella), è una pianta erbacea perenne, appartenente alla famiglia delle Asteraceae (Compositae).
La farfara è originaria dell'Europa e del continente asiatico. In Italia è molto comune su tutto il territorio e cresce bene in luoghi umidi, nei sottoboschi e nelle vicinanze a corsi d'acqua.
Nella medicina popolare il farfaro viene utilizzato come mucolitico e bechico, ma il suo uso è oggi limitato per la sospetta pericolosità. Infatti, nonostante la lunga storia d'uso terapeutico, la sicurezza della farfara è stata messa in discussione a causa della presenza di alcaloidi pirrolozidinici.
Per lo stesso motivo, nonostante le giovani parti della pianta possano essere usate crude come insalata o cotte come contorno, se ne consiglia un uso moderato.
A Cosa Serve
La farfara viene usata in fitoterapia ad uso interno per le proprietà:
- antitussive: utili per calmare la tosse;
- espettoranti: aiuta a rimuovere muco e catarro dalla trachea e dai bronchi;
- lenitive: protegge le mucose del tubo digerente e delle vie respiratorie.
La farfara trova quindi impiego per uso interno nel trattamento:
- delle tracheiti,
- delle bronchiti,
- dell'influenza
- in generale di tutte le affezioni alle vie respiratorie.
Per uso esterno, la farfara vanta proprietà vulnerarie, antiflogistiche e dermopurificanti. Risulta quindi indicata per le irritazioni cutanee, e per le pelli comedoniche, grasse ed asfittiche.
Studi, Proprietà, Benefici
Le parti della pianta utilizzate in fitoterapia sono le foglie, ma in certe preparazioni vengono usati anche i fiori.
I principi attivi contenuti nella Farfara sono alcaloidi pirrolozidinici (senkirkina, tussilagina), tannini, mucillagini, flavonoidi, carotenoidi, triterpeni, principi amari e sali minerali.
Nei fiori si possono ritrovare mucillagini, tannini, flavonoidi (iperoside, rutina, quercetina), alcaloidi pirrolozidinici e tussilagone (estere sesquiterpenico).
Le proprietà demulcenti delle mucillagini, insieme al contenuto di acido clorogenico, acidi caffeilchinici e rutina, sembrano essere strettamente correlati alle attività antitosse ed espettoranti 1, 2.
Modo d'Uso
La dose giornaliera di droga (foglie essiccate) consigliata dalla Commissione E tedesca è di 4,5-6 grammi al giorno.
Alcuni manuali di fitoterapia ne sconsigliano semplicemente l'impiego, senza indicare una dose utile 3.
Studi, Proprietà, Benefici
Le proprietà e le indicazioni terapeutiche illustrate nel capitolo precedente si basano soprattutto sull'uso tradizionale del farfaro nella medicina popolare.
I risultati provenienti da studi di laboratorio (in vitro) e su modelli animali sono limitati, ma sembrano sostenere le proprietà antiossidanti, antnfiammatorie, antitussive, neuroprotettive e antitumorali della farfara 4, 5, 6, 7.
Nel complesso, i dati limitati non consentono di trarre conclusioni certe sull'efficacia della farfara come bechico ed espettorante.
Avvertenze
- L'uso della Farfara nella moderna fitoterapia è molto limitato perché contiene alcaloidi pirrolozidinci, i quali sono epatotossici, genotossici e carcinogeni.
- La Farfara può essere usata in tisane, decotti e impacchi, il cui uso non deve superare le sei settimane all'anno.
- Per evitare totalmente le problematiche legate alla Farfara, la si può sostituire con altre piante officinali più sicure ed efficaci (edera, altea, malva, tiglio).
- In alternativa, è stata sviluppata una varietà registrata Tussilago farfara "Wien", che non ha livelli rilevabili di questi alcaloidi 8.
Controindicazioni
- La pianta è severamente proibita in gravidanza e durante l'allattamento.
Effetti Collaterali
- La Farfara non possiede particolari effetti collaterali alle comuni dosi terapeutiche, a meno che non vi sia un'accertata ipersensibilità a uno o più componenti della droga.
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