Che Cos'è
Il farfaraccio è una pianta erbacea perenne, appartenente al genere Petasites e alla famiglia delle Asteraceae.
Queste piante sono comuni nei luoghi umidi e paludosi, nelle foreste piovose e lungo i fiumi o ruscelli dell'Europa e dell'Asia occidentale. Una loro caratteristica distintiva è data dalle grandi foglie, che possono raggiungere e superare il metro di diametro.
Alcune di queste specie, in particolare il Farfaraccio comune (Petasites hybridus) e il Farfaraccio gigante (Petasites japonicus) esibiscono interessanti proprietà medicinali.
Le radici e le foglie sono le parti normalmente sfruttate in fitoterapia.
Il farfaraccio è stato usato come rimedio per ulcere, ferite e infiammazioni nell'antica Grecia.
La moderna farmacologia ha invece evidenziato la capacità di alcuni suoi attivi di inibire l'apertura dei canali del calcio, da cui dipende la capacità di contrastare la vasocostrizione e prevenire l'ipereccitazione dei neuroni.
A Cosa Serve
Il farfaraccio viene usato in fitoterapia ad uso interno per le proprietà:
- spasmolitiche/vasodilatatorie;
- antinfiammatorie;
- rilassanti / tranquillanti.
Il farfaraccio trova quindi impiego per uso interno nel trattamento:
- dell'asma;
- dell'ipertensione;
- dell'emicrania;
- della rinite allergica;
- dei disturbi funzionali di origine nervosa correlati a stress e tensione emotiva (cefalea muscolotensiva, sindrome dell'instino irritabile - colite spastica, dismenorrea ecc.).
Droga e Principi Attivi
Le parti della pianta utilizzate in fitoterapia sono le foglie e il rizoma.
I principali composti attivi presenti nella droga comprendono:
- sesquiterpeni, detti petasiti (ad esempio petasina e isopetasina);
- olio essenziale (0,11%);
- alcaloidi pirrolizidinici (ad esempio, senecionina e integerrimina).
Meccanismo d'azione e sicurezza
Si ritiene che i principali responsabili delle attività medicinali del farfaraccio siano la petasina, l'isopetasina ed eventuali altri sesquiterpeni a struttura analoga.
I petasiti inibiscono l'apertura dei canali del calcio voltaggio dipendenti di tipo L, responsabili della normale contrattilità del miocardio e della muscolatura liscia vascolare. In questo modo. i petasiti diminuiscono la vasocostrizione dei vasi e l'eccitazione dei neuroni.
Petasina e isopetasina hanno anche dimostrato di avere effetti antinfiammatori attraverso l'inibizione della COX-2. Ciò porta a una riduzione della sintesi dei leucotrieni e del rilascio di prostaglandine E2.
La pianta fresca è più ricca in petasiti rispetto alla pianta essiccata.
Purtroppo, la presenza di alcaloidi pirrolizidinici solleva serie problematiche di tossicità, tanto che in alcuni Paesi il farfaraccio non è autorizzato per motivi di sicurezza. In Italia, la specie Petasites hybridus rientra ad esempio tra quelle NON ammesse negli integratori alimentari.
Studi, Proprietà, Benefici
Il farfaraccio (Petasites japonicus) è risultato efficace nella prevenzione dell'emicrania in numerosi studi.
Sulla base di questi studi, l'American Headache Society ha dato al farfaraccio una raccomandazione di livello A e lo ha dichiarato efficace nella prevenzione dell'emicrania. Allo stesso modo, le linee guida della Canadian Headache Society attribuiscono al farfaraccio una forte raccomandazione per l'uso nella profilassi dell'emicrania 1.
- In un piccolo studio randomizzato con placebo, il gruppo a cui è stato somministrato un estratto di radice di farfaraccio (25mg due volte al giorno per 4 settimane) per la prevenzione dell'emicrania ha avuto un tasso di risposta del 45%, mentre il gruppo che ha utilizzato il placebo ha avuto un tasso di risposta del 15% 2.
- In un altro studio randomizzato controllato, il farfaraccio (75mg di estratto di petasiti al giorno per 3 mesi) ha ridotto la frequenza delle emicranie del 48% nel gruppo sperimentale, mentre il placebo ha ridotto la frequenza del 26% nel gruppo di controllo 3.
- In uno studio controllato randomizzato del 2005, un estratto di radice di farfaraccio (da 50 a 150mg al giorno in relazione all'età, per 4 mesi) ha ridotto la frequenza degli attacchi di almeno il 50% nel 77% del gruppo sperimentale composto da bambini e adolescenti 4.
- In un altro studio randomizzato controllato del 2008, il farfaraccio ha ridotto la frequenza degli attacchi del 59% nel gruppo sperimentale, mentre il placebo ha ridotto la frequenza degli attacchi del 31% nel gruppo di controllo 5.
Esistono prove limitate provenienti da studi randomizzati e controllati secondo cui il farfaraccio potrebbe essere utile come terapia per l'asma e la rinite allergica, ma non sembra essere in tal senso efficace come nella prevenzione dell'emicrania 6, 7.
Modo d'uso
Il farfaraccio viene somministrato quasi esclusivamente per via orale. La dose giornaliera raccomandata è compresa tra 50 mg e 150 mg di estratto secco di foglie o radici, e il periodo di trattamento dovrebbe essere sufficientemente lungo (almeno 4 settimane).
Avvertenze
- L'uso della Farfaraccio nella moderna fitoterapia è limitato dalla presenza di alcaloidi pirrolozidinci, i quali sono epatotossici, genotossici e carcinogeni.
Fortunatamente, il processo di preparazione commerciale del farfaraccio in genere rimuove queste sostanze. Pertanto, si raccomanda ai consumatori di farfaraccio di acquistare solo marchi privi di alcaloidi e altri agenti cancerogeni vegetali.
Controindicazioni
- L'uso del farfaraccio è controindicato nei pazienti che assumono farmaci anticolinergici
- Inoltre, non sono stati condotti studi che stabiliscano criteri di sicurezza in bambini di età inferiore a sei anni, in gravidanza o in allattamento. Pertanto, l'uso di farfaraccio non è raccomandato in questi gruppi.
Effetti Collaterali
- Gli studi randomizzati controllati non hanno riscontrato effetti avversi gravi, dimostrando una buona tolleranza generale del farmaco.
- Gli effetti minori comprendono sintomi gastrointestinali (l'eruttazione è il più comune), dispepsia, mal di testa, prurito agli occhi, sonnolenza, affaticamento e asma.
- Il rischio di grave epato-tossicità, pur essendo descritto in letteratura, è dibattuto e potrebbe essere annullato dall'eliminazione industriale degli alcaloidi 1.
- I pazienti allergici all'ambrosia, alle margherite o ad altre asteraceae possono avere reazioni allergiche simili anche al farfaraccio.
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