Il sistema circolatorio
La circolazione sanguigna si suddivide in circolazione arteriosa e circolazione venosa: se la prima porta il sangue dal cuore alla periferia, la seconda raccoglie il sangue dalla periferia, riportandolo al cuore.
La sua principale funzione consiste nel trasporto di nutrienti e prodotti di scarto (cataboliti) all'interno dell'organismo.
Arterie e Vene
I vasi nei quali è organizzato il sistema circolatorio si distinguono in arterie e vene: esse sono essenzialmente delle vie conduttrici, che diminuiscono in diametro man mano che ci si allontana dai vasi principali verso le zone periferiche del corpo.
A livello dei tessuti il circolo arterioso va a costituire il cosiddetto sistema microcircolatorio, un sistema di arteriole che si diffonde in modo ubiquitario in tutto l'organismo e confluisce in una fitta rete di vasi capillari.
La conformazione anatomica della parete di questi microvasi, composta da un sottile strato di cellule, fa sì che sia altamente permeabile, consentendo la facile cessione di ossigeno e nutrienti ai tessuti, ed il recupero da essi dei prodotti di scarto.
Importanza del Circolo Linfatico
Accanto al circolo sanguigno è presente il circolo linfatico, un complesso sistema di vasi, ubiquitario anch'esso rispetto alle diverse parti del nostro corpo, che svolge il ruolo fondamentale del drenaggio del liquido interstiziale.
Contemporaneamente alla cessione di ossigeno e nutrienti ai tessuti, infatti, anche proteine e componente fluida del sangue vengono rilasciati all'esterno dei vasi e solo in parte riassorbiti dal sistema venoso. In tal modo il 10% di quanto viene filtrato dai capillari sanguigni rimane negli spazi interstiziali presenti tra una cellula e l'altra, e poi recuperato dai vasi linfatici periferici o capillari linfatici. Questi si identificano in piccoli vasi tubulari a fondo cieco e ad altissima permeabilità, la cui struttura consente al liquido interstiziale di essere completamente assorbito e trasportato, sotto forma di linfa, fino al circolo venoso.
Non essendo presente un organo propulsore, la circolazione della linfa avviene principalmente per l'attività contrattile ritmica della muscolatura vasale che, grazie anche alla presenza di valvole, pompa la linfa in direzione dei vasi di diametro maggiore.
Il sistema linfatico sfocia nel circolo venoso, facendo sì che il liquido interstiziale venga completamente riconfluito nella circolazione sanguigna.
La funzione della circolazione linfatica è dunque fondamentale: se il liquido interstiziale non fosse riassorbito dal sistema linfatico si assisterebbe ad un aumento della fuoriuscita di liquidi dai capillari arteriosi, e si andrebbe incontro alla formazione di edemi (accumuli di liquidi negli spazi interstiziali) molto pericolosi.
I disturbi circolatori a livello degli arti inferiori si associano spesso ad un aumento della permeabilità dei capillari arteriosi, che si manifesta con un aumento di liquidi riversati negli spazi interstiziali. Questo fenomeno può inizialmente essere tenuto sotto controllo dal sistema di drenaggio microlinfatico, il quale, tuttavia, a seguito della persistenza del disturbo e di un eccessivo accumulo di liquidi intracellulari, ad un certo punto non è più in grado di svolgere efficacemente le proprie funzioni, con un conseguente aumento della stasi dell'edema nei tessuti.
Problemi circolatori
Un problema... Moderno
Nell'uomo la pressione venosa misurata alle caviglie può raggiungere in condizioni fisiologiche gli 85mmHg, ma con la deambulazione subisce un decremento fino a 25mmHg. Pertanto, frequenti e regolari camminate sono in grado di offrire in soggetti sani un'importante protezione contro gli effetti patologici dovuti all'aumento della pressione venosa periferica.
Con l'avvento della “vita moderna” le nostre abitudini sono diventate più sedentarie e spesso ci si ritrova a stare fermi in piedi o a rimanere seduti per lunghi periodi nell'arco della giornata.
Ciò provoca una diminuzione della capacità di drenaggio di liquidi dalle parti più periferiche del nostro corpo; di conseguenza, si inizia ad avvertire sintomi quali sensazioni di dolore, gonfiore e stanchezza, soprattutto agli arti inferiori.
Ritorno Venoso: che cos'è?
Il meccanismo responsabile del ritorno venoso è complesso, ma semplificando si può dire che la forza di gravità del sangue, e la pressione generata da un aumento del peso addominale, può inibire il ritorno del sangue al cuore quando si sta a lungo fermi in posizione eretta.
A seguito dello stimolazione meccanica che ricevono per l'aumento di pressione, le cellule della parete vasale producono ossido di azoto (NO), una sostanza che media una serie di attività, tra cui la riduzione dell'aggregazione piastrinica e dell'adesività dei globuli bianchi alle pareti dei vasi sanguigni, ma soprattutto determina dilatazione vasale, con conseguente aumento della capacità dei vasi.
Alterazioni del Microcircolo
Con il progredire della stasi sanguigna nei distretti periferici, si va incontro ad un'alterazione del normale stato fisiologico del microcircolo. Si innesca infatti una reazione infiammatoria a cascata che ha come conseguenza l'aumento di permeabilità dei capillari e la fuoriuscita di globuli rossi e bianchi, e di molecole di grandi dimensioni, nei tessuti circostanti.
Attorno ai capillari ed alle venule si forma una specie di “manicotto” che funge da barriera ed impedisce l'ossigenazione ed il rilascio di nutrienti ai tessuti. In questi distretti si verifica dunque l'accumulo di materiali di scarto ed una riduzione dell'ossigenazione tissutale.
Per la sua estensione, la cute è l'organo che contiene in assoluto la maggior quantità di piccoli vasi sanguigni e pertanto è il principale organo bersaglio della stasi microcircolatoria.
Con la formazione di edemi a livello del derma, la sua parte più vascolarizzata, ed il trasudare dei liquidi, l'infiammazione si estende fin nel tessuto grasso sottocutaneo, primo stadio della formazione della cellulite.
Questa, che è considerata una vera e propria patologia, inizia con un ristagno di liquidi anche nel tessuto sottocutaneo, con una ridotta ossigenazione tissutale ed un accumulo di grasso e acqua nelle cellule, per poi evolversi con la formazione di macronoduli dolenti.
Cause
I disturbi del microcircolo venoso sono più frequenti nella donna che nell'uomo, in un rapporto stimato di 3:1, anche se l'incidenza negli uomini aumenta con l'avanzare dell'età. È comunque molto probabile che l'ereditarietà genetica sia il più importante fattore di rischio.
Esistono poi dei fattori predisponenti che possono favorire l'insorgenza dei disturbi microcircolatori. Tra questi si ricorda:
- La postura, intesa sia come il rimanere fermi in piedi per molto tempo, sia come sedentarietà
- L'obesità
- Gli stili di vita sbagliati (es. una dieta non bilanciata, il fumo)
- La gravidanza
- L'uso di contraccettivi orali
- Eventuali precedenti trombosi venose.
Prevenzione
E' innanzitutto importante osservare uno stile di vita sano, adottando abitudini che minimizzano i fattori di rischio suddetti, ed evitando i comportamenti che li promuovono. Ecco di seguito un elenco di piccoli consigli:
- Svolgere un'attività sportiva adeguata
- Utilizzare abiti non troppo stretti, né tacchi troppo alti
- Non aumentare troppo di peso
- Seguire una dieta ricca di fibre
- Non fumare
In aggiunta, si può ricorrere ad una terapia integrativa a base di principi attivi che prevengono la formazione di edemi e che svolgono un'azione protettiva sulle pareti dei vasi.
Trattamenti
I trattamenti terapeutici veri e propri prevedono l'uso di farmaci per via orale, per il cui impiego è necessario il controllo del medico. Tuttavia, il mondo vegetale è ricco di sostanze ad azione vasoprotettiva, antiflogistica ed antiaggregante piastrinica, che possono contribuire a ridurre i fattori di rischio e la stasi venosa periferica.
In particolare, esistono delle applicazione topiche impiegate con azione coadiuvante, utili specialmente quando i principi attivi sono realizzati o formulati per essere più biodisponibili, come ad esempio un gel che ne faciliti un rapido ed elevato rilascio sulla cute.
Tra i veicoli per formulazioni topiche, meritano una particolare attenzione i liposomi, la cui particolare struttura consente di veicolare le sostanze attive proprio nelle zone del corpo in cui svolgono la loro azione. I liposomi di escina, ad esempio, sono dei sistemi con composizione simile a quella delle membrane delle cellule cutanee, che racchiudono nel loro interno questa sostanza funzionale.
Sostanze Attive
Sono numerose le piante officinali che hanno dimostrato efficacia nel trattamento delle insufficienze venose. Gli estratti delle piante contengono dei fitocomplessi, ovvero delle miscele di principi attivi, e di componenti della pianta da cui derivano, che agiscono in modo sinergico determinando un effetto benefico nel loro insieme.
Centella asiatica
La Centella o Hydrocotyle asiatica (Gotu Kola) è una pianta originaria del sud est asiatico. Le sostanze attive che la caratterizzano sono triterpeni, molecole capaci di stimolare la sintesi del collagene (da parte dei fibroblasti) e di fibronectina, proteina di struttura importante per il sostegno della parete dei vasi venosi. Questo determina un aumento della resistenza delle pareti dei capillari sanguigni ed una riduzione della loro permeabilità.
Diminuisce così il gonfiore agli arti inferiori e migliora il microcircolo e l'ossigenazione dei tessuti.
Meliloto
I costituenti principali del Melilotus officinalis sono i glicosidi cumarinici, i flavonoidi, gli acidi fenolici, le saponine ed i tannini.
I glicosidi cumarinici possiedono attività antiedemigene ed antinfiammatorie. Diversi studi clinici hanno dimostrato una buona efficacia del Meliloto nel ridurre l'edema, il dolore e la pesantezza degli arti inferiori, tanto che il suo uso è raccomandato per i disturbi associati all'insufficienza venosa cronica e per il trattamento adiuvante di tromboflebiti, sindrome post-trombotica, congestione linfatica e malattie emorroidarie. Per applicazione topica viene inoltre raccomandato in presenza di contusioni e di ecchimosi superficiali.
Vitis vinifera
È una pianta originaria del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente, attualmente coltivata in molti Paesi del mondo a clima temperato. Da tempo è nota per la funzione protettiva che svolge nei confronti delle pareti dei vasi sanguigni, delle quali è anche capace di rafforzare la muscolatura liscia. Gli estratti ottenuti dalla buccia del frutto e dai semi (vinaccioli) sono la principale fonte di molecole attive, quali proantocianidine, resveratrolo, flavonoidi, acidi grassi polinsaturi, sali minerali e vitamine.
Le proantocianidine compongono oltre il 95% degli estratti dei semi di questa pianta e hanno dimostrato di possedere attività antiossidante (catturano i radicali liberi) e vaso-protettrice. Quest'ultima è dovuta alla capacità di rafforzare la parete dei vasi, ricreando la struttura reticolare delle fibre di collagene di cui è composta, ed inibendo la degradazione enzimatica di collagene, elastina ed acido ialuronico.
Ippocastano
L'Ippocastano è una pianta appartenente alla famiglia delle Hippocastanaceae. Originaria dell'Asia e della zona centrale delle penisola balcanica, è ora coltivata in molte zone dell'Europa e del nord America.
Le diverse parti della pianta (semi, foglie, corteccia) sono state usate nella medicina tradizionale per curare ferite ed emorroidi.
Il principio attivo responsabile delle proprietà terapeutiche è l'escina, una miscela di saponine triterpeniche contenute in discrete quantità nei semi di Ippocastano. Altri composti presenti nella pianta sono flavonoidi, oligosaccaridi, polisaccaridi, proantocianidine e tannini condensati.
L'escina ha un effetto “sigillante” sulle membrane dei capillari, perché riduce la fuoriuscita di liquidi negli spazi interstiziali. In tal modo viene limitato il passaggio dell'acqua verso i tessuti, lasciando invece invariato quello in senso inverso e favorendo il ritorno del sangue verso il cuore. Il riflusso sanguigno è facilitato anche da un innalzamento del tono muscolare della parete venosa.
Questa attività riduce il fastidio legato all'eccesso di stasi di liquidi, che è determinato da un'insufficienza venosa e linfatica e che provoca un senso di pesantezza alle gambe e dolore.
Pungitopo
Il Pungitopo (Ruscus aculeatus), o Rusco, è una pianta legnosa sempreverde, alta fino a 80 cm e diffusa in Europa e Medio Oriente, di cui si utilizza il rizoma a scopi fitoterapici. I costituenti principali di questa pianta sono le ruscogenine, molecole con attività flebotoniche, capillaroprotettive, antiflogistiche e diuretiche. Il pungitopo è utile nel trattamento dell'insufficienza venosa associata a dolore, gonfiore e senso di pesantezza alle gambe.
Prodotti Efficaci
Di seguito, riportiamo la lista dei prodotti contro l'insufficienza venosa recensiti nel nostro sito.
Farmaci
Integratori
- Pervene
- Antistax
- Flebinec
- Flebinec Plus
- Flebo UP
- Flebo UP SH
- Edenox
- Linfocinetic
- Meliven Plus
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