Che Cos'è
La vitamina D bassa è un problema molto diffuso nella popolazione italiana e mondiale.
Si stima che circa 1 miliardo di persone abbia bassi livelli di vitamina D nel sangue 1 .
Secondo uno studio 2, il 41,6% degli adulti negli Stati Uniti presenta una carenza di vitamina D; la percentuale sale ulteriormente al 69,2% negli ispanici e all'82,1% negli afro-americani.
La vitamina D bassa è un riscontro clinico particolarmente frequente anche in Italia, specie negli anziani e nei mesi invernali; la carenza è tanto comune e di tale entità che l'86% delle donne italiane sopra i 70 anni presenta livelli ematici di 25(OH)D inferiori ai 10 ng/ml alla fine dell'inverno 3.
Ci sono 7 principali fattori di rischio comuni per la carenza di vitamina D:
Vitamina D Bassa nel Sangue
I livelli di vitamina D possono essere facilmente determinati con un semplice esame del sangue.
Come guida generale:
si parla di vitamina D bassa quando nel sangue si riscontrano livelli di 25-idrossivitamina D3 [calcifediolo - 25(OH)D] inferiore a 20ng per millilitro (50mmol/L).
Durante l'estate sarebbe invece necessario raggiungere livelli superiori alla soglia di carenza, nell'ordine di 60-70nmol/L.
Interpretazione dei livelli ematici di 25(OH)D. | ||
Definizione | nmol/L | ng/ml |
Carenza | < 50 | < 20 |
Insufficienza | 50-75 | 20-30 |
Eccesso | >250 | >100 |
Intossicazione | > 375 | >150 |
Cause
Un'esposizione adeguata alla luce solare può fornire alla maggior parte delle persone l'intero fabbisogno di vitamina D, indipendentemente dall'apporto della dieta.
Si stima che, mediamente, la dieta sia in grado di soddisfare soltanto il 20% delle esigenze di vitamina D dell'organismo, motivo per cui la sintesi cutanea è a dir poco fondamentale.
Quanto Esporsi al Sole?
Secondo quanto suggerito dalle linee guida, nel nostro Paese i tempi di esposizione al sole consigliati per la salute delle ossa, sarebbero pari a:
- 5-10 minuti, quasi ogni giorno d'estate, a metà mattina o a metà pomeriggio (d'estate le ore centrali sarebbero da evitare per l'effetto dannoso dei raggi UV sulla salute cutanea);
- 7-30 minuti (secondo la latitudine) d'inverno, quasi ogni giorno durante le ore centrali (intorno a mezzogiorno).
E' stato stimato che durante la primavera, l'estate e l'autunno, a 42 gradi di latitudine nord (Roma), 15 minuti di esposizione solare giornaliera su mani, braccia e viso intorno a mezzogiorno forniscano, durante la primavera, l'estate e l'autunno, 1.000 UI di vitamina D al giorno a una persona dalla pelle chiara 4.
Fattori di Rischio per una Vitamina D Bassa
Alcuni sottogruppi di popolazione sono particolarmente esposti alle carenze di vitamina D:
- I lattanti, poiché il latte umano è una fonte povera di questo nutriente. L'American Academy of Pediatrics raccomanda che tutti i bambini allattati al seno e parzialmente allattati al seno ricevano un supplemento di vitamina D per via orale di 400 UI/die 5.
- Gli anziani, poiché la loro pelle non produce vitamina D quando esposta al sole con la stessa efficacia dei giovani, mentre i loro reni sono meno capaci di convertire la vitamina D nella sua forma attiva.
- Le persone di pelle scura, in quanto la loro pelle è meno attiva nel produrre vitamina D dal sole.
- Le persone con disturbi quali la malattia di Crohn, la celiachia e varie sindromi da malassorbimento, perché non assorbono efficacemente la vitamina D nell'intestino.
- Le persone obese, perché il grasso trattiene la vitamina D impedendone il passaggio al sangue.
Sintomi e Conseguenze
La vitamina D è una vitamina estremamente importante, che ha effetti potenti non solo sulle ossa e sui denti, ma su diversi sistemi in tutto il corpo 6.
A differenza di altre vitamine, la vitamina D funziona come un ormone e ogni singola cellula del corpo è sensibile alla sua azione.
La maggior parte delle persone non si rende conto di avere una vitamina D bassa, in quanto i sintomi sono generalmente sfumati, non specifici, e difficili da riconoscere.
Studi osservazionali hanno trovato delle relazioni tra bassi livelli di vitamina D e
- maggiore frequenza di infezioni del tratto respiratorio, come raffreddore, bronchite e polmonite 7, 8;
- affaticamento cronico, con grave effetto negativo sulla qualità della vita 9, 10;
- dolore lombare cronico (dolore alla bassa schiena) 11, 12, 13;
- umore basso e depressione 14, 15;
- bassa densità minerale ossea 16;
- dolore muscolare nei bambini e negli adulti 17, 18, 19.
Epidemiologia
Quanto è diffusa la Carenza di Vitamina D?
La percentuale di popolazione stimata per avere una vitamina D bassa nel sangue varia in base alla soglia utilizzata per definire tale carenza 20, 21.
Percentuale di Popolazione statunitense | Definizione di insufficienza |
---|---|
69,5% - 77% | 25(OH)D < 30 ng / mL |
36% | 25(OH)D < 20 ng / mL |
6% | 25(OH)D < 10 ng / mL |
Quanto è diffusa la carenza di vitamina D in Italia?
La carenza di vitamina D è particolarmente frequente anche in Italia, specie negli anziani e nei mesi invernali; la carenza è tanto comune e di tale entità che l'86% delle donne italiane sopra i 70 anni presenta livelli ematici di 25(OH)D inferiori ai 10 ng/ml alla fine dell'inverno 3.
Questo rilievo assume aspetti drammatici nei soggetti istituzionalizzati o con altre patologie concomitanti, sia per la scarsa esposizione solare che per squilibri dietetici.
In persone di età superiore a 70 anni (e in maniera crescente con l'avanzare dell'età) che non assumono supplementi di vitamina D, questa carenza vitaminica ha una prevalenza vicina al 100%.
Secondo la Società italiana dell'Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS),
- in Italia l'80% della popolazione sarebbe carente di Vitamina D 23;
- l'insufficienza di vitamina D interessa circa il 50% dei giovani nei mesi invernali;
- i dati epidemiologici consentono di presumere carenti TUTTI gli anziani italiani che non stiano assumendo supplementi.
Cosa Fare?
Vitamina D Bassa - Come si Cura?
Fortunatamente, una carenza di vitamina D è solitamente facile da risolvere.
A seconda dei casi, il medico può suggerire di aumentare l'esposizione al sole, mangiare più cibi ricchi di vitamina D, come pesce grasso e latticini fortificati, o assumere specifici farmaci o integratori di vitamina D.
Alimenti ricchi di Vitamina D
In natura, la vitamina D si trova solo in pochi alimenti, come:
- alcuni pesci grassi (sgombro, salmone, sardine, anguilla),
- oli di fegato di pesce,
- uova di gallina, specie quelle nutrite con mangimi arricchiti di vitamina D,
- funghi esposti alla luce solare o ai raggi UV,
- fegato animale.
Una porzione da 200-250 grammi di pesce grasso al giorno o un cucchiaio di olio di fegato di merluzzo sono in grado di coprire il fabbisogno di vitamina D quotidiano.
Tuttavia, quando la vitamina D è bassa, è consigliabile intervenire con integratori di vitamina D.
Integratori di Vitamina D
L'alimentazione in Italia fornisce in media circa 300 UI/die, per cui quando l'esposizione solare è virtualmente assente debbono essere garantiti supplementi per almeno 300-500 UI/die.
La maggior parte degli integratori di vitamina D disponibili senza prescrizione medica contiene colecalciferolo (vitamina D3), spesso in dosi pari a 400 UI.
Importanza della personalizzazione del dosaggio
Per stabilire la corretta dose integrativa di vitamina D, andrebbe sempre valutata la situazione individuale, prendendo in esame i vari fattori di rischio di carenza e il dosaggio ematico della Vitamina.
In altri termini, se dosi di 2.000 UI/die in soggetti anziani con scarsa esposizione solare possono essere considerate assolutamente sicure (e in alcuni casi persino insufficienti), la stessa dose potrebbe non essere altrettanto sicura (in termini di rischi da eccesso) per l'uso a lungo termine da parte di soggetti giovani con pelle chiara e frequente esposizione solare.
Viceversa, in presenza di precarie condizioni nutrizionali o sindromi da malassorbimento intestinale, e in caso di somministrazione di alcuni farmaci (ad esempio anticonvulsivanti o glucocorticoidi), sarebbe opportuno aumentare le dosi di Vitamina D rispetto a quanto suggerito o ricorrere alla somministrazione parenterale.
- La ricerca mostra che:
- Per la maggior parte delle persone, 1.000-4.000 UI sono considerati una dose giornaliera sicura per mantenere livelli sani 27.
- L'Accademia Nazionale di Medicina degli Stati Uniti suggerisce che un consumo quotidiano fino a 4.000 UI di vitamina D al giorno è sicuro per la maggior parte delle persone, anche se possono essere temporaneamente necessarie dosi più elevate per aumentare i livelli ematici in alcuni individui 28.
Sebbene la tossicità sia rara, è meglio evitare dosi di vitamina D a lungo termine superiori a 4.000 UI senza la supervisione di un professionista sanitario qualificato.
Boli di Vitamina D
La vitamina D va normalmente somministrata per via orale, limitando l'utilizzo della via intramuscolare ai pazienti con severe sindromi da malassorbimento (che per malfunzionamenti del sistema digerente non assorbono efficacemente la vitamina assunta per bocca).
La dose di vitamina D consigliata per via orale viene normalmente espressa come posologia giornaliera.
Tuttavia, a parità di dose cumulativa, la vitamina D può anche essere somministrata attraverso boli settimanali. Per migliorare l'aderenza al trattamento è possibile ricorrere anche a boli mensili o trimestrali; in tal caso le dosi equivalenti, secondo alcuni Autori, dovrebbero essere maggiori di quelle giornaliere o settimanali cumulative.
Naturalmente si tratta di scelte di competenza esclusivamente medica, per cui l'indicazione di dosaggi specifici in questi casi esula dalle finalità informative di questo articolo.
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