Perché Compare?
Formazione della Cellulite
La “cellulite”, meglio identificabile con il termine “pannicolopatia edematofibrosclerotica”, è una condizione che colpisce circa l'80-95% delle donne in età fertile.
Essenzialmente, la cellulite consegue ad una stasi micro-circolatoria dell'ipoderma a livello degli arti inferiori, con alterazione dello scambio plasmatico tissutale. La cellulite si accompagna spesso a strati di adiposità localizzata, sebbene possa manifestarsi tanto nelle donne obese, quanto in quelle normolinee o magre.
A livello tissutale, nel momento in cui insorge la cellulite, si osservano le seguenti modifiche:
- Ipertrofia delle cellule adipose, che subiscono alterazioni di forma e volume, con rotture e lacerazioni della membrana citoplasmatica che le avvolge, e conseguente fuoriuscita dei trigliceridi, che diffondono a livello dei tessuti, negli spazi intercellulari.
- Accumulo di liquidi in eccesso (ritenzione idrica). L'equilibrio del sistema venoso e linfatico è modificato con un rallentamento del flusso sanguigno ed una ritenzione di liquidi da parte dei tessuti.
- Fenomeni involutivi del tessuto reticolare intorno agli adipociti, con interessamento anche delle fibre di collagene.
I fattori che causano queste alterazioni localizzate interessano il microcircolo della massa adiposa e con il tempo determinano una compromissione anatomica e funzionale dell'unità vascolare del tessuto, che conduce all'insorgenza di problemi a carico dell'ipoderma e dello strato immediatamente sovrastante, il derma.
La degenerazione della microcircolazione del tessuto adiposo comporta una conseguente alterazione delle sue più importanti funzioni metaboliche.
Sintomi
Localizzazione e Manifestazioni Cliniche
La cellulite si riscontra soprattutto nelle donne, nelle quali è diffusa fin dai 18-20 anni, e con l'età il problema si accentua. La distribuzione della cellulite nella donna si verifica in determinate regioni corporee e può seguire il modello del deposito ginoide di tessuto adiposo.
La localizzazione è ampia e interessa cosce, parte delle gambe, zona mediale delle ginocchia, regione lombosacrale, glutei, spalle, fascia estensoria e laterale degli arti superiori, base posteriore del collo, addome ecc.
La zona elettiva è però la parte posteriore delle cosce, che nei primi stadi si presenta come solcata da sporgenze e da rientranze trasversali, con un'intensità proporzionale all'adiposità e all'età del soggetto.
Uno stadio più avanzato mostra un'estensione dei depositi di grasso ai lati delle cosce ed un aspetto “a materasso” delle loro zone posteriori (a regioni sporgenti si alternano punti fortemente rientranti, come nella cucitura dei materassi).
Zone di infiltrazione molle si alternano a zone dure, influendo negativamente sulla libera circolazione della linfa: ciò induce disordine nella struttura degli strati più esterni (pelle, sottocutaneo, strato adiposo).
La pelle “cellulitica” si presenta inizialmente più opaca, con tonalità spesso cianotica, e si può avvertire una certa diminuzione di temperatura della cute. Alla palpazione, tra le dita compare la caratteristica “buccia d'arancia”.
Successivamente il tessuto si arricchisce di piccoli noduli fibrosi profondi, ecchimosi per traumi anche minimi, teleangectasie e dolenza spontanea o provocata da compressione. L'avanzare del processo porta alla comparsa di “ondulazioni” ed avvallamenti, che rivelano la forte perdita di tono ed elasticità della pelle.
Stadi di Gravità
Si possono individuare tre stadi evolutivi della cellulite:
- Fase edematosa: la cellulite si avverte solo al tatto, in questa fase precoce prevale il ristagno di liquidi nei tessuti, con gonfiori od edemi, localizzati principalmente intorno alle caviglie, ai polpacci, alle cosce e alle braccia
- Fase fibrosa: viene coinvolto il tessuto adiposo. A causa dei liquidi penetrati nei tessuti, le cellule adipose si distanziano l'una dall'altra e non riescono più a svolgere le proprie funzioni metaboliche. Le fibre elastiche, che rendono la pelle morbida e tesa, vengono compresse dalle cellule adipose; le fibre di collagene, che svolgono una funzione di sostegno, degenerano e i capillari si alterano: si formano dei piccoli noduli e l'epidermide assume l'aspetto “a buccia d'arancia”
- Fase sclerotica della cellulite: il tessuto diventa duro al tatto, con la comparsa di noduli di grandi dimensioni; la superficie cutanea assume il tipico aspetto “a materasso” con avvallamenti e macchie di colore, è fredda e dolente al tatto.
Tipi di Cellulite
La cellulite può essere distinta in cinque tipi principali:
Cellulite dura (compatta)
si osserva nelle persone giovani, dove la cute è ancora elastica e non ha perso tono. Non varia di aspetto passando dalla stazione eretta a quella distesa. Visivamente non mostra zone flaccide né avvallamenti, ma “pinzando” la pelle tra le dita compare la caratteristica granulosità della “buccia d'arancia”;
Cellulite molle (flaccida)
è una forma che si sviluppa nel corso di anni, caratterizzata da perdita di tono cutaneo e presenza di avvallamenti o buchi in cui il tessuto cellulitico è ricco di acqua. In posizione eretta le manifestazioni sono ben visibili, mentre in quella distesa sembrano scomparire del tutto; ciò è dovuto al fatto che il sottocutaneo cellulitico, non avendo più una matrice elastica di contenimento, si ridistribuisce;
Cellulite mista
è il tipo più diffuso, può essere considerato una manifestazione intermedia tra le due precedenti, per cui si osserva un quadro discretamente mantenuto riguardo al tono, ma che inizia a presentare svariati avvallamenti;
Cellulite con presenza di adiposità rilevante
si osserva un accumulo di grasso diffuso, che a volte tende a nascondere la cellulite, in quanto rende la superficie cutanea più tesa. La manovra del pinzamento tra le dita consente di evidenziare l'aspetto a “buccia d'arancia”;
Cellulite linfoedematosa
è una cellulite molto infiltrata di liquidi (ancora maggiore rispetto alla cellulite molle), con edemi, a volte con un'insufficienza venosa o linfatica evidente. Alla palpazione si nota un tessuto spugnoso ed una sensazione di liquido che riempie gli spazi. All'osservazione può rilevarsi un gonfiore diffuso o concentrato nelle parti basse delle gambe o delle caviglie 1.
Cellulite e Adiposità localizzata
La cellulite si differenzia dall'adiposità localizzata per i seguenti aspetti:
Cellulite | Adiposità localizzata |
limitata simmetricamente a determinati distretti corporei; | interessa tutti distretti corporei; |
interessa primitivamente il tessuto connettivo, alterandone la struttura e successivamente coinvolge anche le cellule adipose; | interessa solo le cellule adipose; |
è conseguenza di evoluzione distrofica degenerativa sclerotica dei tessuti; | è conseguenza fino alla pubertà di iperplasia adiposa, poi solo di ipertrofia adiposa; |
sono presenti micro e macronoduli, dovuti a proliferazione irregolare di fibre, rilevabili alla palpazione profonda; | il tessuto adiposo ha una consistenza uniforme; |
il tessuto cellulitico è ipotermico (ha una temperatura più bassa); | il grasso normale ha una temperatura uniforme; |
si riscontra anche nelle persone magre | aumenta o diminuisce in relazione agli apporti energetici. |
Meccanismi di formazione della cellulite
La cellulite è un processo che inizia a causa di un malfunzionamento del microcircolo. Tutti i vasi sanguigni più sottili della zona interessata sono alterati nella loro funzione o nella loro struttura anatomica.
L'insufficienza della microcircolazione (deputata agli scambi nutritivi con i tessuti) porta ad un'alterazione nel metabolismo del tessuto connettivo e alla compromissione della permeabilità vasale. Dai vasi sanguigni, infatti, passa per fini nutritivi una certa quantità di liquido, ossigeno e cellule del sistema immunitario. Contemporaneamente, attraverso il sistema linfatico, il liquido fuoriuscito dev'essere riassorbito, portando con sé i cataboliti. Il primo evento che porta alla formazione della cellulite è la perdita dell'equilibrio tra queste due fasi: maggiore permeabilità e fuoriuscita di liquido nell'interstizio con riassorbimento estremamente difficoltoso.
L'eccesso di liquido interstiziale, oltre a provocare una sofferenza diretta del tessuto, instaura un vero e proprio meccanismo “reattivo”, che consiste nell'eccessiva produzione, da parte dei fibroblasti, di nuove fibre connettivali che si dispongono “delimitando” la zona interessata: da un lato tale fenomeno peggiora ulteriormente il funzionamento del circolo sanguigno, “comprimendo” i vasi, e dall'altro porta al sequestro delle cellule adipose entro tralci fibrosi.
Il tessuto adiposo viene così racchiuso in lobuli e tende a degenerare, perché si riducono gli scambi con il circolo ematico.
Cause e Fattori di Rischio
Ad oggi, non esiste un definitivo quadro istologico ed eziopatologico dell'inestetismo cellulite; tuttavia, è possibile identificare un insieme di cause che ne favoriscono l'insorgere:
Fattori genetici
Le donne mediterranee hanno un corredo ormonale più ricco di estrogeni, che favorisce l'accumulo dei chili in eccesso sulla parte inferiore del corpo, con ritenzione idrica e stasi circolatoria; inoltre, da parte del sesso femminile c'è la tendenza ad accumulare maggiormente tessuto adiposo (30% in più rispetto all'uomo).
Fattori alimentari
Certi stili alimentari tenuti in età neonatale possono condizionare il metabolismo nell'età adulta e favorire la cellulite; per esempio l'alimentazione ipercalorica ed iperglucidica del neonato o l'uso di omogeneizzati di carne con tracce di ormoni estrogeni.
Fattori determinanti: gli ormoni
Il ruolo più importante spetta agli estrogeni: un eccesso di produzione facilita la ritenzione idrica ed aumenta l'accumulo dei trigliceridi nell'adipocita. L'eccesso può anche essere legato ad una scorretta assunzione di farmaci (es. anticoncezionali). Altri ormoni da considerare sono i corticosteroidi (che facilitano la ritenzione idrica e l'adiposità), la prolattina e gli ormoni tiroidei, la cui diminuzione porta ad un rallentamento del metabolismo dei grassi.
Fattori favorenti o aggravanti
Ci sono altri fattori che agiscono peggiorando lo stato circolatorio e rendendo difficoltoso il ritorno venoso e linfatico:
- le abitudini di vita scorrette (come la sedentarietà);
- l'abbigliamento che provoca costrizioni (jeans stretti, stivali stretti, calze elasticizzate costrittive, tacchi a spillo ecc.);
- l'alimentazione troppo ricca di calorie; l'introduzione di tossine (farmaci, alcool, conservanti alimentari, grassi animali, fumo ecc.);
- lo scarso uso di alimenti detossificanti (fibre, acqua, vitamine);
- i vizi di postura (come le gambe accavallate);
- la stipsi, che porta ad una stasi veno-linfatica (in quanto l'intestino ingombrato comprime i grossi vasi reflui dagli arti inferiori);
- la gravidanza, che influenza in maniera importante il ritorno veno-linfatico (a causa dei cambiamenti ormonali, della diminuzione del movimento e dell'attività fisica, e dell'ingombro e della compressione esercitata dal feto sui vasi addominali).
Diagnosi
Lo specialista è in grado di riconoscere, con un esame accurato di palpazione, una cellulite ad ogni determinato stadio.
Esistono moderne tecniche diagnostiche non invasive che si possono eseguire facilmente, come la termografia, la quale misura le differenze di temperatura fra le diverse aree del corpo, e le rende visibili grazie ad un'immagine a diversi colori. Le zone affette da cellulite risultano più fredde, quindi meno colorate delle rimanenti parti corporee, poiché l'edema e la sclerosi connettivale impediscono una normale circolazione sanguigna. I
noltre, è possibile effettuare una valutazione dello stato della rete capillare, attraverso la videocapillaroscopia, e dello spessore del pannicolo adiposo con l'ecografia o la plicometria.
Per stabilire “l'età” della cellulite ed il tono cutaneo bisogna osservare, comparativamente, la persona in stazione eretta e distesa, valutando così la presenza di avvallamenti e perdite di tono. Gli stessi metodi possono essere utilizzati per valutare i risultati ottenuti dopo un periodo di trattamento.
Trattamenti Anticellulite
I trattamenti ad azione anticellulite sono mirati ai vari tessuti coinvolti nell'insorgenza della cellulite (microcircolo, tessuto adiposo, fibre connettivali) e devono essere appropriati alla diagnosi sul tipo e sullo stadio della cellulite: si deve stabilire se si tratta effettivamente di cellulite oppure di un eccesso di grasso, di edema dei tessuti o di una perdita di tono.
I cuscinetti abbondanti, a volte, sono solo semplice grasso in eccesso: in tal caso i trattamenti da consigliare sono quelli “lipolitici”, come
La dieta dev'essere ipocalorica, ricca di fibre, vitamine, oligoelementi e povera di tossine, acidificanti, zuccheri, grassi animali e xenobiotici.
L'attività fisica dev'essere regolare e leggera: sono consigliabili passeggiate, nuoto, uso della bicicletta e cyclette, evitando sforzi eccessivi ed improvvisi che possono provocare un aumento delle tossine locali (per es. acido lattico) e l'assorbimento del sangue dal microcircolo superficiale alla muscolatura.
Trattamenti diversi vengono effettuati a seconda che il problema sia rappresentato da cellulite od edema: quest'ultimo consiste in un ristagno di liquidi interstiziali causato da vari disturbi fisici, come insufficienza renale, insufficienza venosa e linfatica, ritenzione idrica ecc. Si manifesta con un'imbibizione dei tessuti, che assumono un aspetto gonfio, spugnoso ed infine ispessito ed indurito.
Per motivi legati alla gravità ed emodinamici, le prime manifestazioni si mostrano, contrariamente alla cellulite, nelle zone quali gambe e piedi. L'edema favorisce la cellulite e spesso l'accompagna, tuttavia bisogna valutare la situazione prevalente.
I trattamenti di scelta per l'edema puro e la cellulite linfodematosica sono ad es. il massaggio linfodrenante, la jonoforesi, la mesoterapia con prodotti vasotonici e la pressoterapia.
Il massaggio è invece il trattamento di prima scelta per tutte le forme di cellulite.
Scelta della Formulazione
Nonostante sia logico pensare che l'efficacia di un cosmetico anticellulite sia principalmente legata all'azione meccanica del massaggio delle aree interessate, tra i requisiti richiesti agli anticellulite di ultima generazione c'è la velocità di assorbimento.
Questo è il motivo per cui sul mercato la forma cosmetica attualmente più diffusa è rappresentata dai geli a base acquosa. Il consumatore apprezza anche emulsioni, latti o creme, che presentano il vantaggio di poter veicolare principi attivi sia idro che liposolubili.
Oltre alle classiche preparazioni cosmetologiche, è possibile trovare anche i patches, cerotti transdermici a rilascio prolungato di attivi, e i fanghi, sospensioni acquose ad alto contenuto di argille.
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Principi Attivi Anti-Cellulite
Il trattamento topico della cellulite si avvale delle proprietà di una serie di sostanze funzionali, molte delle quali di origine vegetale, che agiscono sia a livello della microcircolazione che a livello dei tessuti sottocutanei.
E' opportuno, tuttavia, premettere che il trattamento cosmetico non può risolvere il problema della cellulite, ma può solo intervenire sugli inestetismi correlati al fenomeno, favorendo il ripristino del corretto equilibrio degli scambi idrici e del metabolismo superficiale dei lipidi.
Per realizzare una formulazione che risponda ai requisiti di efficacia dichiarata, è necessario combinare diversi ingredienti attivi, per attuare una strategia di effetti sinergici.
Le sostanze più usate possono essere così raggruppate:
- sostanze vasotoniche ed antiedemigene, capaci di migliorare il tono vasale, diminuire la permeabilità delle pareti dei vasi, e favorire il riassorbimento ed il ritorno veno-linfatico;
- sostanze lipolitiche, in grado di esaltare il metabolismo del tessuto adiposo;
- sostanze riepitelizzanti, in grado di stimolare la rigenerazione dei componenti del sottocutaneo (collagene, acido ialuronico), ripristinando un assetto dermico accettabile.
Rinforzare il Microcircolo
Per quanto riguarda i derivati vegetali ad attività vasotonica ed antiedemigena, troviamo le saponine triterpeniche, come escina 1 ed ederina, principi attivi presenti rispettivamente nei semi di ippocastano (Aesculus hippocastanum) e nelle foglie di edera (Hedera helix).
Tali sostanze svolgono una marcata attività antiedema ed hanno un positivo effetto sulla fragilità e sulla permeabilità capillare.
La loro azione si svolge su tre fronti:
- aumento della resistenza vasale e miglioramento della circolazione;
- aumento della rimozione ed eliminazione dei liquidi ristagnanti nei tessuti;
- effetto antinfiammatorio ed anticongestizio.
Tra gli altri estratti di origine vegetale ad azione simile troviamo:
- il rusco (Ruscus aculeatus), i cui rizomi contengono saponine steroliche, come la ruscogenina, in grado di stimolare la contrazione della muscolatura vasale con aumento del ritorno venoso;
- la centella (Centella asiatica), la cui frazione triterpenica si è dimostrata efficace nei trattamenti anticellulite, poiché è in grado di stimolare una particolare proteina adesiva, la fibronectina, che contribuisce a mantenere l'integrità dell'endotelio dei vasi;
- l'amamelide (Hamamelis Virginiana), ad azione vasocostrittrice venosa;
- il Ginkgo biloba 2, dalle cui foglie viene estratto un fitocomplesso ricchissimo in bioflavonoidi con proprietà benefiche sul sistema circolatorio. Gli effetti del ginkgo sulla circolazione si manifestano con la protezione dell'endotelio vasale e la stabilizzazione della permeabilità capillare;
- la vite rossa (Vitis vinifera), il cui estratto, ricco in antocianosidi, risulta molto utile nel trattamento dell'insufficienza venosa degli arti inferiori e delle sue complicanze;
- la betulla (Betulla alba), il cui estratto possiede attività diuretica.
Ci sono infine le sostanze che inducono vasodilatazione e vasocostrizione locale, con effetto tonificante sulle pareti dei vasi, come il mentolo e i derivati, e i nicotinati.
Bruciare i Grassi
Tra le molecole utilizzate per l'azione lipolitica troviamo le metilxantine, in particolare la caffeina, e gli estratti vegetali che la contengono: noce di cola, semi e foglie di caffè, foglie di tè, semi di cacao (Cola acuminata, Coffea arabica, Camelia sinensis, Theobroma cacao).
Questi estratti provocano un aumento della lipolisi, con positivi effetti sulla riduzione adipocitaria. La caffeina, per la scarsa solubilità in acqua, viene preferibilmente pre-solubilizzata in alcol, prima di essere introdotta nella fase acquosa di preparazioni cosmetiche.
Per l'attività lipolitica vengono utilizzati anche gli estratti di alcune alghe, come la quercia marina (Fucus vesiculosus), poiché contengono iodio sia in forma inorganica che legato a proteine; lo iodio va a concentrarsi nella tiroide, dove viene incorporato negli ormoni tiroidei, che a loro volta stimolano il metabolismo basale inducendo l'organismo ad eliminare i grassi in eccesso.
Grazie alle loro caratteristiche intrinseche, le alghe sono anche agenti osmo-idro regolatori: migliorano la vitalità ed il rassodamento della pelle, la rivestono di un film protettivo naturale e partecipano al suo drenaggio, contribuendo ad eliminare le tossine e le scorie metaboliche.
Sempre con meccanismo lipolitico agiscono altri derivati vegetali, come il Coleus forskohlii, dalle cui radici si ottiene la forskolina, o la glaucina, alcaloide in grado di inibire la trasformazione dei pre-adipociti in adipociti.
Ridensificare la Pelle
Tra le sostanze riepitelizzanti troviamo invece l'equiseto (Equisetum arvense), pianta appartenente alla famiglia delle Esquisetacee, da cui si ricava un estratto ricco di sostanze quali l'acido malico, che stimola la produzione di collagene ed elastina, con conseguente miglioramento dell'elasticità cutanea.
All'interno di una formulazione anticellulite, vengono generalmente inclusi anche ingredienti ad attività idratante, come il pantenolo o l'acido ialuronico, antiossidanti (flavonoidi) e molecole ad azione levigante superficiale, come gli alfa-idrossiacidi, la cui azione rende la superficie cutanea maggiormente liscia e la trama cutanea più omogenea.
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