Che Cos'è
L'equiseto è una comune pianta infestante, popolarmente conosciuta come coda cavallina, asperella, erba rugna e codabussina.
Il genere Equisetum (famiglia Equisetaceae) comprende diverse specie, ma quella più utilizzata in fitoterapia è la specie Equisetum arvense.
Le parti aeree della pianta sono una ricca fonte di sali minerali (dal 18 al 20%) e rendono l'equiseto una pianta ad azione remineralizzante, utile per il mantenimento di unghie, capelli e ossa normali.
Tra i costituenti minerali della coda cavallina spiccano il silicio (acido salicilico) e il potassio; compaiono inoltre calcio, magnesio, fosforo, azoto, zolfo, sodio, tracce di zinco e manganese.
La peculiare ricchezza in sali minerali dell'equiseto fa sì che la sua nota azione diuretica e depurativa si sviluppi senza modificazioni nell'equilibrio degli elettroliti.
A Cosa Serve
Usi Popolari
- Tra gli usi popolari più conosciuti dell'equiseto si ricorda l'utilizzo dei fusti per pulire pentole e tegami, sia di rame che di acciaio o di peltro. Similmente, gli artigiani li utilizzavano per sabbiare o piallare il legno.
Anche in questo caso, il protagonista è il silicio, in particolare i sali insolubili e la loro azione abrasiva. - L'equiseto è stato descritto fin dall'antichità come rimedio per uso esterno:
- per gargarismi e sciacqui orali nelle affezioni buccali;
- contro epistassi, ulcere e piaghe;
- contro la sudorazione eccessiva;
- come emostatico (per arrestare emorragie in seguito a ferite cutanee);
- contro il patereccio;
- per curare ferite e ulcere, favorendo la cicatrizzazione;
- per curare le emorroidi;
- per trattare pelli grasse e seborroiche
- emorragie interne;
- affezioni dei reni e della vescica, ad esempio contro cistite, coliche renali e renella;
- reumatismi, dolori articolari e gotta;
- tubercolosi;
- diarrea;
- mestruazioni abbondanti;
- fratture (per favorirne la guarigione);
- rachitismo.
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Uso nella Moderna Fitoterapia
All'equiseto sono riconosciute proprietà essenzialmente:
- diuretiche;
- remineralizzanti;
- emostatiche (per uso esterno).
Per questo motivo, l'impiego di equiseto trova spazio all'interno di prodotti indicati per:
- agevolare l'allontanamento dei liquidi stagnanti, ad esempio in preparati drenanti ad azione depurativa e contro la cellulite;
- favorire il benessere e la qualità estetica di pelle, unghie e capelli, ad esempio in integratori antirughe e in integratori per capelli;
- favorire il benessere delle ossa e delle articolazioni, ad esempio in integratori condroprotettori per il benessere della cartilagine;
- favorire la normale funzionalità urinaria, ad esempio in prodotti contro irritazioni lievi e passeggere della zona vescicale e dell'uretra, associate a stimolo frequente ad urinare e bruciore alla minzione.
L'impiego di equiseto come adiuvante nel trattamento di patologie manifeste (ad es. osteoporosi, ipertensione, anemie, renella, cistiti e altre affezioni dell'apparato urinario, gotta, artrosi, fratture ossee ecc.) deve avvenire necessariamente sotto consiglio medico, anche se in genere si tende a preferire l'uso di farmaci di sintesi che offrono indubbiamente maggiori garanzie di efficacia terapeutica.
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Caratteristiche
Cenni Botanici
Piante del genere Equisetum sono diffuse ubiquitariamente nelle zone temperate dell'emisfero settentrionale.
In Italia, l'equiseto è una comune pianta infestante, diffusa soprattutto al nord; si trova comunemente in campi, fossi, scarpate ferroviarie, margini delle strade, in pianura e ad altitudini fino a 2.000 metri.
Curiosamente, l'equiseto rappresenta un vero e proprio “fossile vivente”, un po' come il ginkgo biloba. In Australia sono stati documentati rinvenimenti di fossili risalenti a 240 milioni di anni fa, nel periodo triassico, identici per morfologia all'equiseto attuale.
L'equiseto è una pianta perenne alta da 20 a 50 cm, con rizoma strisciante.
Come le felci e i licopodi, questa pianta è priva di radici, fiori e semi. La sua riproduzione dipende dalla diffusione aerea di spore polverulenti, contenute negli sporangi disposti alla base di piccoli scudi e raggruppati in spighe terminali.
Una singolarità della coda cavallina consiste nella successione annuale, sulla stessa pianta, di due fusti di tipo diverso, suddivisi in sterili e fertili:
- i fusti fertili, rossastri e corti, sprovvisti di verticilli e di clorofilla e muniti di guaine brune, compaiono all'inizio della primavera e portano all'apice una spiga con le spore, lunga 3 cm;
- compiuta la loro funzione riproduttiva, i fusti fertili avvizziscono e vengono sostituiti da fusti sterili, molto ramificati e più alti, divisi in segmenti separati da nodi come la canna di bambù
Il fusto sterile dell'equiseto, da raccogliere durante la bella stagione, è la sola parte della pianta che possiede proprietà medicinali.
Principi Attivi
I fusti sterili dell'equiseto contengono:
- dal 18% al 20% di sali minerali, principalmente:
- acido silicico (65%, di cui il 10% sottoforma di silicati idrosolubili),
- potassio (3-5%),
- calcio (1-2%),
- magnesio (0,1-0,3%),
- fosforo (0,4%),
- azoto (0,6%),
- zolfo (0,6%),
- sodio (0,01-0,02%);
- flavonoidi tra cui isoquercitrina e quercetina, e mono- e di-glucosidi del kaempferolo (tra cui equisetrina);
- saponine (equisetonoside);
- acidi organici (acido malico, acido ossalico, acido citrico, acido aconitico);
- tracce di alcaloidi (tra cui nicotina, palustrina e 3-metossipiridina);
- acidi polienici e dicarbossilici;
- fitosteroli;
- tannini.
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Proprietà e Salute
La moderna fitoterapia impiega l'equiseto:
- come diuretico nelle infiammazioni e infezioni delle vie urinarie, nella urolitiasi e in condizioni di ritenzione idrica;
- come remineralizzante nell'osteoporosi e nelle condizioni di fragilità degli annessi cutanei.
Benefici e Proprietà del Silicio
I principali impieghi fitoterapici dell'equiseto dipendono dal suo contenuto in silicio.
Nella pianta è possibile riconoscere due diversi tipi di silice:
- quella organo-colloidale o solubile, che forma i colloidi citoplasmatici e risulta legata alle proteine, ai lipidi e agli amidi;
- quella insolubile o minerale, che si deposita nelle concrezioni epidermiche e all'interno delle membrane cellulari.
Il corpo umano contiene 8-10 g di silicio, una quantità superiore a quella del ferro. Gli organi più ricchi sono il timo, le ghiandole surrenali, il pancreas, la milza, i polmoni, lo smalto dei denti e le ossa; anche la pelle e gli annessi cutanei (peli, unghie e capelli) sono noti per avere un elevato contenuto di silicio.
Il silicio è uno dei componenti più importanti dei tessuti connettivi di sostegno, che formano l'impalcatura del nostro organismo.
- Un adeguato apporto di silicio aiuta ad esempio al mantenimento della normale plasticità della cartilagine articolare e della solidità dello scheletro.
- Il silicio è importante per la mineralizzazione e la calcificazione delle ossa, soprattutto nei primi stadi della loro formazione.
La corretta e ottimale deposizione del calcio sul tessuto osseo può infatti aver luogo solo in presenza di una serie di fattori concomitanti, tra cui alcuni ormoni, la vitamina D, e altri fattori minori tra cui risulta assolutamente indispensabile il silicio. - Una carenza di silicio nell'organismo può contribuire alla rarefazione della trama ossea (demineralizzazione) e ad un anormale trofismo del tessuto connettivo.
- La presenza del silicio è inoltre fondamentale per il normale trofismo del tessuto connettivo della parete dei vasi sanguigni.
Una carenza di silicio può aumentare la permeabilità dell'intima alle molecole lipidiche del plasma, che possono attraversarla e depositarvisi, innescando la formazione dell'ateroma. - E' possibile quindi che una carenza di silicio possa anche contribuire al progredire della malattia aterosclerotica.
Per la sua ricchezza in silicio, l'impiego dell'Equiseto può trovare spazio sotto consiglio e controllo medico nel trattamento adiuvante delle alterazioni scheletriche dell'età evolutiva, nell'osteoartrosi, nell'osteoporosi, in gravidanza e in caso di fratture (accelera la formazione del callo osseo) e tendinopatie.
L'equiseto sembrerebbe anche avere un'attività di stimolo sull'azione degli osteoblasti 1, le cellule deputate alla deposizione di nuovo tessuto osseo.
Equiseto ed Artrite Reumatoide
In questo studio 2 su un modello animale di artrite indotta, un estratto acquoso di Equisetum giganteum ha ridotto la migrazione dei leucociti e inibito la proliferazione dei linfociti, con un'azione antinfiammatoria e un'azione immunomodulatoria sui linfociti B e T.
Il potenziale effetto benefico dell'equiseto nel trattamento dell'artrite reumatoide è stato corroborato da uno studio clinico 3, che ha evidenziato la diminuzione del TNF-α come uno dei meccanismi che contribuiscono al suo effetto antinfiammatorio, potenzialmente benefico per i pazienti affetti da artrite reumatoide.
Acido chinurenico
L'acido chinurenico è stato proposto come mediatore putativo dell'effetto antinfiammatorio e antalgico di diverse erbe benefiche nel trattamento dell'artrite reumatoide, tra cui l'equiseto 3.
Il suo livello è risultato significativamente più basso nei soggetti umani con artrite reumatoide rispetto a quello in soggetti con osteoartrite 4, fatto che suggerisce il potenziale benefico dell'integrazione dell'acido chinurenico nei pazienti con artrite reumatoide.
Equiseto ed Oro
Una proprietà interessante dell'equiseto è quella di assorbire molti dei minerali contenuti nel terreno, incluso l'oro, concentrandoli nei suoi tessuti.
La cosiddetta auroterapia è stata proposta per trattare l'artrite reumatodie e quest'attività dell'equiseto potrebbe contribuire a spiegare la sua lunga tradizione come rimedio per i dolori articolari.
La quantità di oro assorbita dall'equiseto, anche se in misura maggiore rispetto alle altre piante, è comunque modesta, tanto che occorrono molti quintali di fusti freschi per ottenere pochi grammi d'oro.
Proprietà Diuretiche
Per quanto riguarda l'attività diuretica, la diuresi provocata dall'Equiseto è puramente idrica, senza alterazioni significative del tenore degli elettroliti.
A differenza di molti farmaci, quindi, la diuresi prodotta dall'equiseto non compromette l'equilibrio elettrolitico dell'organismo.
Per la spinta idropinica legata all'azione diuretica, infusi e decotti di equiseto trovano spazio in fitoterapia negli edemi post-traumatici e statici, per favorire il lavaggio urinario contro affezioni batteriche e infiammatorie delle vie urinarie escretrici, e contro la renella.
Uno studio recente 5 ha confrontato l'equiseto con un comune diuretico, l'idroclorotiazide, e ha dimostrato che l'equiseto è efficace quanto il farmaco senza causare una perdita eccessiva di elettroliti. Tuttavia, lo studio era molto piccolo, quindi i risultati non possono essere considerati conclusivi.
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Modo d'uso
La moderna fitoterapia consiglia, per l'ottimale efficacia, l'uso di opercoli o compresse contenenti il concentrato totale della pianta con tutto il fitocomplesso attivo, ottenuto dalla parte aerea sterile della pianta. Questa parte viene essiccata e polverizzata a bassissima temperatura, in modo da ottenere una polvere fine che conserva tutte le proprietà dell'equiseto.
La dose normalmente suggerita è di circa 1 grammo e mezzo suddiviso in 3 dosi quotidiane, assunte subito dopo i pasti principali.
Avvertenze
- Attenersi alla posologia indicata in etichetta, nel foglietto illustrativo o prescritta dal suo medico.
- Non eccedere la dose giornaliera consigliata.
- Tenere lontano dalla portata dei bambini al di sotto dei 3 anni di età.
- L'uso di equiseto non sostituisce una dieta variata, equilibrata e uno stile di vita sano.
- Per donne in gravidanza o in allattamento e bambini si raccomanda di sentire il parere del medico.
- In caso di utilizzo con finalità diuretiche, è importante bere a sufficienza per stimolare le funzioni di eliminazione dell'organismo. Per ottenere un risciacquo sufficiente delle vie urinarie, è importante assumere molto liquido (almeno 2 litri di liquido giornalieri).
- Le infezioni delle vie urinarie possono comportare gravi conseguenze. Se soffre già di un'infezione cronica dei reni o delle vie urinarie oppure di gambe gonfie (edema), il paziente dovrebbe prendere prodotti a base di equiseto solo dopo aver consultato il medico
- Qualora, durante il trattamento, compaiano disturbi o sintomi come febbre, disuria, spasmo o sangue nelle urine, o se i sintomi peggiorano durante l'uso del medicinale, contattare un medico o un operatore sanitario qualificato .
Controindicazioni
- L'assunzione di Equiseto in presenza di situazioni particolari o se si sta seguendo una terapia farmacologica è consigliata sotto controllo del medico che, conoscendo approfonditamente il quadro clinico del Paziente, saprà dare i migliori consigli.
- Particolare cautela va posta nell'evitare l'uso di equiseto con farmaci a base di litio (di cui potrebbe comprometterne l'eliminazione)
- Prudenza nei soggetti diabetici (l'equiseto può avere un'azione ipoglicemizzante) e in quelli in terapia farmacologica diuretica
- Attualmente, non esistono controindicazioni all'uso di equiseto in soggetti adulti in buono stato di salute, salvo la presenza di reazioni di ipersensibilità individuale.
Gravidanza e Allattamento
- In base alle esperienze fatte finora, non sono noti rischi per il bambino se l'equiseto viene usato correttamente. Tuttavia, non sono ancora stati eseguiti studi scientifici sistematici. Per precauzione, la donna in gravidanza o che allatta dovrebbe rinunciare nella misura del possibile ad assumere medicamenti, compresi quelli naturali, o chiedere consiglio al suo medico, farmacista o erborista.
Effetti Collaterali
L'Equiseto Fa Male?
- In soggetti sensibili, l'assunzione di Equiseto potrebbe dare origini a disturbi gastrointestinali (crampi addominali, mal di stomaco, diarrea)
- Se compaiono sintomi di una reazione allergica, come rash cutanei, con nausea e vomito, contattare il medico.
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